Per i saluti romani al Monumentale ribaltata sentenza in appello, 11 condannati: "Rito aumenta rischio attrazione"

La Repubblica INTERNO

Nel ricorso del pm, discusso dal sostituto pg Daniela Meliota davanti al collegio presieduto da Giovanni Ichino, si spiega, invece, che quel rito "aumenta per la solennità del contesto" il "pericolo di attrazione e di diffusione" di idee "discriminatorie".

Non v'è dubbio dunque che le condotte accertate siano idonee a offendere il bene giuridico protetto".

Tutti condannati a un mese e 10 giorni e ad una multa di 200 euro per apologia di fascismo sulla base della legge Mancino che punisce i reati di odio e discriminazione razziale. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Nel ricorso del pm, discusso dal sostituto pg Daniela Meliota davanti al collegio presieduto da Giovanni Ichino, si spiega, invece, che quel rito «aumenta per la solennità del contesto» il «pericolo di attrazione e di diffusione» di idee «discriminatorie». (Corriere della Sera)

La Corte ha ribaltato il verdetto di primo grado, con cui erano stati assolti gli 11 esponenti di estrema destra. Di recente un altro verdetto di assoluzione è stato ribaltato in secondo grado, quando sono state emesse condanne. (RSI.ch Informazione)

L’Anpi milanese ha accolto “con soddisfazione” la sentenza. L’iniziativa era stata promossa dall’associazione ‘combattenti del Rsi’. (L'HuffPost)

Secondo il Tribunale che ha deciso in primo grado nei loro gesti non c'era “pericolo concreto di ricostituzione del Partito fascista”. In primo grado erano stati assolti. (La Stampa)

Ma i giudici d’appello di Milano hanno riformato quella sentenza e condannato a un mese e dieci giorni e a una multa di 200 euro per apologia di fascismo undici esponenti di estrema destra che risposero alla “chiamata del presente” con saluti romani al cimitero Monumentale, il 23 marzo 2017, dove stavano commemorando i caduti della “rivoluzione fascista” del 1919 e la fondazione dei ‘fasci di combattimento’. (Il Fatto Quotidiano)

La sesta penale del Tribunale li aveva assolti spiegando che in quei gesti non c'era «pericolo concreto di ricostituzione del Partito fascista». (IL GIORNO)