Migranti, c'è l'intesa in Europa. Cosa dice l'accordo. Ha vinto l'Italia?

QUOTIDIANO NAZIONALE ESTERI

La trattativa è una vera battaglia, e prosegue per tutto il giorno. Alla fine, nel consiglio Affari interni della Ue un accordo si trova, il patto su immigrazione e asilo passa a maggioranza qualificata: votano contro Polonia e Ungheria, quattro Paesi (Malta, Bulgaria, Slovacchia e Lituania) si astengono, tutti gli altri si schierano a favore. Anche l’Italia, dopo il ’no’ iniziale ci sta. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni Sconfitta su tutta la linea sul fronte dei ricollocamenti obbligatori: chi non accoglie i migranti dovrà versare un contributo finanziario (20mila euro). (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altri giornali

/14 IPA/Fotogramma (Sky Tg24 )

Dopo una giornata sulle montagne russe, con un quasi accordo e poi un’improvvisa rottura, alla fine a Lussemburgo l’intesa sul Patto sulla migrazione è finalmente arrivata, dopo anni di negoziati infruttosi. (Avvenire)

“Una scelta di grande rilievo è la possibilità di accompagnamento dei migranti non solo nel Paese di origine ma anche di transito – ha aggiunto Tajani – Si potranno salvare tante persone e lavorare a lungo termine per la crescita del continente africano” Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della giornata di studio del Ppe a Roma sul nuovo patto sulla migrazione trovato al consiglio europeo degli affari interni in Lussemburgo. (LaPresse)

Roma, 9 giu – L’Ue partorisce l’ennesimo, sedicente accordo sui clandestini. (Il Primato Nazionale)

(LaPresse) – “L’Italia è molto soddisfatta del risultato raggiunto ieri a Lussemburgo. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della giornata di studio del Ppe a Roma (LaPresse)

L’Italia ha votato a favore, mentre Polonia e Ungheria si sono espresse contro il compromesso e contro il principio stesso delvoto a maggioranza qualificata su una materia che secondo loro avrebbe dovuto essere decisa all'unanimità dai capi di stato e di governo nel Consiglio europeo. (Italia Oggi)