Italiani a Londra, il lungo addio: per restare 45mila euro l’anno. Arriva la nuova stretta di Sunak

la Repubblica ESTERI

LONDRA — È un lungo addio, quello che gli italiani, e con loro altri 26 popoli dell’Unione Europea, hanno dato al Regno Unito. La prima mazzata è stata la Brexit, entrata in vigore il primo gennaio 2021: niente più libertà di venire a vivere liberamente in Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda del Nord, cercarsi un lavoretto, imparare l’inglese. Quindi è arrivata la norma secondo la quale, per ott… (la Repubblica)

La notizia riportata su altri media

Risultato: la vit… Ma il governo conservatore ha cambiato la legge: niente più doppia preferenza e documento di identità obbligatorio, che in tanti delle minoranze di questa capitale, che votano spesso il Labour, non hanno. (la Repubblica)

LONDRA — Una lettera aperta indirizzata al milione di cittadini europei che vivono nella capitale britannica: l’ha resa pubblica ieri il sindaco laburista Sadiq Khan, che il 2 maggio si gioca la rielezione contro la candidata dei conservatori, Susan Hall. (Corriere della Sera)

Il governo da Rishi Sunak ha infatti aumentato il salario minimo richiesto per ottenere il visto di lavoro a 38.700 sterline all’anno, pari a 45mila euro circa, escludendo così molti giovani che vogliono trasferirsi o che hanno il documento in scadenza. (Virgilio Notizie)

Stretta all’immigrazione del Primo Ministro Sunak che ha inasprito le regole per ottenere il visto di lavoro nel Regno Unito. Ora sarà più difficile per gli italiani entrare nel Paese. Colpo al settore della ristorazione e fuga degli studenti stranieri. (FIRSTonline)

In un'intervista rilasciata a 'Il Messaggero', Domenico Bellantone, console italiano a Londra, stima che gli italiani nel Regno Unito siano circa 700mila, di cui 350mila sono registrati come residenti all’estero. (Skuola.net)

Una novità, giocata dal governo conservatore di Rishi Sunak nel tentativo di recuperare consensi in un anno elettorale segnato finora da sondaggi disastrosi, che è destinata ad abbattersi, fra gli altri, sui giovani europei (italiani inclusi) che continuano ad essere attratti dalle chance del mercato occupazionale dell'isola anche dopo la Brexit. (L'Unione Sarda.it)