Limonov, a Cannes l'adattamento da Emmanuel Carrère: la recensione di Federico Pontiggia

“Per un uomo che vede se stesso come l’eroe di un romanzo, la prigione è un capitolo imprescindibile”. E, par di capire, pure l’adattamento. Gestazione lunga e intorcinata, con Saverio Costanzo prima e poi Pawel Pawlikowski (Cold war) rimasto a co-sceneggiare associati alla regia, produzione Wildside con Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, Limonov arriva in concorso a Cannes 77, e prossimamente nelle nostre sale con Vision Distribution, con il russo Kirill Serebrennikov (Summer, Petrov's Flu e La moglie di Tchaikovsky) dietro la macchina da presa e davanti il britannico, bah, Ben Whishaw, e più non dimandare. (cinematografo.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Sono i classici: Take a Walk on the Wild Side, I’m Waiting for My Man, Sunday Morning, roba perfettamente affine al racconto e che fa sempre un gran piacere ascoltare. (L'HuffPost)

I film di Serebrennikov guardano spesso al punto di rottura, alla germinazione e allo sviluppo di un seme di follia, raccontando storie e vite che finiscono per essere trascinate e travolte da passioni esplosive o da forze irrazionali. (Sentieri Selvaggi)

Procede il Concorso, senza particolari entusiasmi. Una medietà buona, dove raramente si resta davvero colpiti, semmai sono più le delusioni. (ilgazzettino.it)

Eroe romantico, pronto a tagliarsi le vene per la donna amata. Anzi no, incapace di amarla davvero, ma solo di farsi tradire, di piagnucolare, di strangolarla. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Con queste parole Emmanuel Carrère introduce Ėduard Veniaminovič Savenko in “Limonov” (Adelphi, 2012), il caso editoriale da cui è stato tratto l’omonimo film di Kirill Serebrennikov presentato in questi giorni al festival di Cannes. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Limonov, il nuovo film di Kirill Serebrennikov, è stata presentato in anteprima mondiale, in Concorso, al 77° Festival di Cannes. (Sky Tg24 )