Cannes, l'Happy End di Michael Haneke

“Tra Amour e questo film sono passati cinque anni. Inizialmente ero al lavoro su un altro progetto, poi abbandonato. E quindi ho importato alcuni elementi di quello in Happy End. Sono sempre in cerca di nuovi argomenti, e attraversando la vita con ... (Tiscali.it)

La notizia riportata su altri media

E dopo l'Amour, naturalmente, come non attendere il doveroso Happy End? Michael Haneke ce lo regala a modo suo, non rinunciando proprio a nulla di un ormai granitico repertorio metaforico e stilistico, anzi rilanciando: molte istanze forti del suo ... (Sentieri Selvaggi)

Centra però il tema della crisi delle élite nell'era globale. Tanto tuonò che non piovve, o molto meno di quanto ci si aspettasse. (La Stampa)

Dopo averla vista ieri in «How to talk to girls at parties», e prima di tornare mercoledì con «L'inganno» di Sofia Coppola, eccola protagonista, oggi, di un thriller a tinte horror ... (TV Sorrisi e Canzoni)

A Cannes due maestri dividono la platea: Michael Haneke con "Happy End" fosca storia di una famiglia ricca, protagonisti Isabelle Huppert e Jean- Louis Trintignant, e Yorgos Lanthimos con "The Killing of a sacred deer", film simbolista e durissimo con ... (Il Messaggero)

E inquieta il thriller psicologico con Nicole Kidman. Giornata all'insegna dell'impegno tra Michael Haneke, i migranti e pure Al Gore. (Io Donna)

Siamo a metà strada e la sensazione dei primi giorni non è migliorata. Anzi più si assottigliano i nomi da Palma che restano, salvo benvenute sorprese, il Concorso è stimabile sempre più come il peggiore dell'ultimo decennio. (Il Gazzettino)