Coronavirus, divieto di spostamento tra regioni e zona arancione ovunque: i provvedimenti del Premier Draghi

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Tra i primi provvedimenti, come riportato da SkyTg24, c’è la proroga del divieto di spostamento tra regioni: sarà dunque vietato lasciare il proprio territorio regionale, se non per motivi di lavoro o estrema urgenza/necessità, fino al 5 marzo.

Le regioni in fascia arancione. Attualmente quindi si trovano in fascia arancione le seguenti regioni: Emilia Romagna, Campania, Molise, Abruzzo, Liguria, Toscana ed Umbria (con Perugia in zona rossa), Trento e Bolzano (Centro Meteo italiano)

Ne parlano anche altri giornali

Il resto del cibo narrato pencola tra i record di produzione del Prosecco e lo scandalo della mozzarella alla diossina. Lettera aperta a Draghi: "Che l'Italia guidi la nuova rivoluzione alimentare". . Nicholas Lander, food editor del Financial Times, una volta disse che l'Italia senza il Ministero dell'Alimentazione è come se l'Arabia Saludita non avesse il Ministero del Petrolio. (la Repubblica)

Lunga è la lista di questioni su cui Agostino Miozzo , lasciando Palazzo Chigi, dopo una riunione con i ministri Speranza e Gelmini preferisce non rispondere. Ma alcune cose Miozzo tiene a precisarle. (Il Fatto Quotidiano)

Si devono fare gli investimenti pubblici produttivi fino a oggi ingiustamente negati per mobilitarne altrettanti di privati nazionali e internazionali. Se, poi, pensiamo specificamente ai treni veloci, allora la spaccatura dell’Italia in due è perfino plastica. (Quotidiano del Sud)

Sarà dunque compito del governo valutare, entro la fine della settimana, se ci sono zone del Paese dove sia possibile pensare a una riapertura sia pur graduale di alcune attività, in base ai dati della curva epidemiologica Rimangono invariate alcune regole come quella del coprifuoco dopo le 22 e la norma sull’asporto di cibo dai ristoranti dopo le 18. (La voce di Rovigo)

I nostri concorsi PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale banditi dal MUR) sono stati sospesi per anni. Occorre prevedere un serio investimento per adeguare la ricerca pubblica di base al livello dei suoi competitori europei e permetterle di contribuire alla ripresa del nostro Paese. (la Repubblica)