Cosa c'è dietro l'ossessione per la scena della carrozza in Bridgerton 3?

Cosa c'è dietro l'ossessione per la scena della carrozza in Bridgerton 3?

«Aiutatemi, sono passati giorni e sono ancora dentro quella carrozza», scrive una fan su Instagram. La "carriage scene", la scena conclusiva della prima parte dalla terza stagione di Bridgerton è diventata un'ossessione collettiva. Qualcuno sui social scherza su come i 45 milioni di visualizzazioni contati da Netflix al debutto dei nuovi episodi siano tutti dovuti ai fan che riguardano a ripetizione sempre la stessa scena: i meme sul tema si sprecano. (Cosmopolitan)

Se ne è parlato anche su altri media

La prima parte della terza stagione ruota attorno alla speciale alchimia tra Penelope e Colin, storici amici che ben presto dovranno fare i conti con i propri sentimenti e scegliere se ragionare con la testa o con il cuore. (Napoli Magazine)

Per chi è alla ricerca di storie simili, per chi vuole sognare (e anche riflettere) tra intrighi e costumi d'epoca, abbiamo selezionato cinque valide proposte di serie tv e film in stile Bridgerton da non perdere assolutamente (nonostante questo elenco sia lungi dall'essere completo visto che il genere è piuttosto ampio). (DiLei)

Hannah Dodd non aveva intenzione di fare il provino per Bridgerton. E mentre la maggior parte delle audizioni richiedono più scene, in questo caso le è stato chiesto di interpretarne solo una: una sequenza in cui avrebbe interpretato un’ospite a un ballo. (Rolling Stone Italia)

Bridgerton 3: le differenze tra libro e serie tv

Nel corso di un’intervista rilasciata a Deadline, Victor Alli ha anche svelato come si è spoilerato il futuro del suo personaggio dopo aver ricevuto la notizia dell’ingaggio per Bridgerton 3. Attenzione: l'articolo contiene spoiler (BadTaste.it TV)

Per questo, l'attore di Bridgerton, Jonathan Bailey, che interpreta Anthony Bridgerton, si è confessato alla rivista televisiva inglese Radio Times sulle tecniche usate sul set da questo tipo di professionista. (leggo.it)

La showrunner Jess Brownell ha dichiarato in precedenza a Vanity Fair di non seguire alla lettera i libri, ma di usarli come guida creativa piuttosto che come vangelo. «Il mio approccio è quello di adattare lo spirito emotivo del libro, oltre ad alcuni dei momenti chiave», ha detto. (Vanity Fair Italia)