Caso Ilaria Salis, negati i domiciliari. L’insegnante italiana rimarrà in carcere

Tecnica della Scuola INTERNO

Ilaria Salis resta in cella. Come riporta Ansa, il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria presentata dai legali della trentanovenne in carcere da 13 mesi con l’accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra. La docente è stata portata in tribunale con le manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente come un guinzaglio esattamente come accaduto nell’udienza del 29 gennaio. (Tecnica della Scuola)

Su altri media

Budapest, negati i domiciliari per Ilaria Salis: l'attivista in aula ancora in catene 28 marzo 2024 (Il Sole 24 ORE)

Se in Ungheria questa mattina è arrivato il verdetto della corte ungherese che chiude le porte ai domiciliari per Ilaria Salis, dalle nostre parti la corte d’Appello di Milano - giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera - hanno negato la consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi colpito da mandato di arresto europeo (emesso ad ottobre ed eseguito lo scorso 21 novembre) perché accusato di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell’11 febbraio 2023, insieme alla connazionale Ilaria Salis, che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese. (Liberoquotidiano.it)

"I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza": è quanto ha detto Roberto Salis, il padre di Ilaria, a cui oggi sono stati negati i domiciliari in Ungheria (Sky Tg24 )

Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito." Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein. Uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, di una nostra connazionale. (Il Messaggero Veneto)

“L’ingresso del tribunale era presidiato dai neonazisti che filmavano e fotografavano tutti quelli che arrivavano, con telefonini e telecamere”, ha raccontato al Corriere. “All’inizio pensavo fossero guardie, poi ho visto i vari simboli nazisti”. (Il Fatto Quotidiano)

Dopo sei udienze la Corte d’appello di Milano ha respinto la richiesta di consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi. (La Stampa)