​Ucraina, i carri armati italiani devono essere riparati

ilmessaggero.it INTERNO

Diversi mezzi militari donati dall’Italia all’Ucraina sarebbero inutilizzabili. Lo riporta il Financial Times: si tratta di 20 cannoni semoventi, M109L, prodotti dalla Oto Melara nei primi anni Novanta, tra i cingolati più diffusi all’interno dell’Alleanza atlantica durante la Guerra Fredda. Ora fanno parte di un elenco di materiali da rottamare oppure riparare, perché danneggiati o difettosi, inviati a Kiev dai paesi dell’Ue. (ilmessaggero.it)

Su altri media

La Cina aggiorna le regole sul reclutamento militare. (Periodico Daily)

Fa discutere in queste ore una notizia, ripresa dal Financial times, che ha pubblicato dichiarazioni di un portavoce della difesa ucraino, secondo la quale 20 obici semoventi da 155 mm M109L forniti dall’Italia all’Ucraina, dovranno essere rispediti indietro perché non in grado di funzionare. (Armi e Tiro)

"Alcuni quotidiani italiani hanno ripreso un articolo del Financial Times secondo il quale un anonimo consigliere del Ministro della Difesa ucraino avrebbe espresso disappunto per la qualità di alcune forniture militari, inviate da vari Paesi, per aiutare l’Ucraina. (Adnkronos)

Una notizia riportata dal Financial Times su informazione del consigliere della Difesa di Kiev, che riporta l'arrivo di 20 cannoni semoventi pronti per la rottamazione. Sembra l'esito di una tragicommedia, perlomeno il governo italiano sembra aver imparato dall'errore e parte del secondo lotto di cannoni inviato durante Pasqua è già operativo sul campo di battaglia. (Money.it)

Tuttavia, qualche giorno fa il Financial Times ha riportato la notizia che nessuno dei primi venti mezzi forniti come parte dell'assistenza militare era pronto per essere usato. Come stabilito dal Governo Draghi lo scorso anno, l’Italia ha consegnato all’Ucraina venti carri d’artiglieria M109L tra i circa 300 che erano stati depositati presso il centro di manutenzione di Lenta, nel vercellese. (Panorama)

La competitività delle industrie europee, il sostegno all‘Ucraina, una risposta europea comune in materia di migrazione e la salvaguardia dei valori democratici e dello stato di diritto, dipendono da decisioni europee comuni e sono le priorità della Presidenza svedese. (LaPresse)