Alla Comunità monastica di Bose non servono i «partiti»

Avvenire INTERNO

Quella scatenata dalle dimissioni di Enzo Bianchi non è la prima crisi nella storia di Bose.

C’è una questione ecclesiale: per una comunità ecclesiale, in una situazione di eccezione, ci sono diversi tipi e gradi di autorità in grado e chiamati a decidere.

Nel caso di Bose, non è mai stato in dubbio che l’autorità competente per Enzo Bianchi fosse la Chiesa cattolica e il Papa.

La divisione nei giudizi resi in pubblico (tanto sui mass media quanto sui social media) sul caso Bose risente anche di due tipi diversi di identificazione. (Avvenire)

Ne parlano anche altre fonti

Ci sarà spazio, se Bianchi andrà effettivamente a Cellole, per riflettere in maniera dovuta su quanto accaduto – come un pezzo della storia della Chiesa ancora giovane del dopo Vaticano II. Ci sarà spazio per ritornare ad acquisire familiarità sul tema del carisma di fondazione che, inscritto nell’esperienza di fede di uno o di alcuni, non è mai di sua/loro proprietà. (SettimanaNews)

Nelle ultime settimane in particolare abbiamo letto articoli, anche di intellettuali famosi, scopertamente finalizzati a denigrare la intera comunità monastica, «incolpevole"»delle responsabilità che si intendevano denunciare. (Avvenire)

ED ECCO COME E’ FINITO L’ESPERIMENTO della comunità di Bose: con il fitto volo di stracci, veleni, colpi bassi, disubbidienze, commissariamenti, scandali pubblici, dure reprimende, divisioni interne. Oppure, vale la pena ricordare quando, intervistato dal diversamente cristiano Gad Lerner, Bianchi dichiarò: «Gesù è nato uomo, completamente uomo. (Imola Oggi)

Qualche giorno prima, fratel Enzo aveva scritto in un tweet una frase neppure troppo sibillina, che lasciava capire come ormai ogni ponte fosse stato bruciato Fratel Enzo Bianchi sta lasciando l’eremo nel quale ha trascorso gli ultimi mesi, a poche decine di metri dalla sua creatura, la comunità che aveva fondato nel 1963, eppure mai così lontano, sempre più lontano. (Corriere della Sera)

E altrettante volte Francesco è tornato anche sull’altro pericolo che attenta alla vita religiosa: il “terrorismo delle chiacchiere”, “un modo di allontanarsi dai fratelli e dalle sorelle della comunità”. (Farodiroma)

Un “pasticciaccio all’italiana” o ancora meglio “un pasticciaccio da sacrestia”. Larini passa poi “dal silenzio della chiesa a quello, solo presunto, dei fratelli e delle sorelle di Bose. (Farodiroma)