Accordo Ics-Intesa Sanpaolo, 40 milioni per lo stadio dell'Atalanta

Calabria News ECONOMIA

(ITALPRESS).

Il Credito Sportivo, presente nell’iniziativa sin dall’acquisto dello stadio dal Comune di Bergamo da parte della società del presidente Percassi e dall’avvio del relativo piano di valorizzazione dell’infrastruttura, consolida la partnership con l’Atalanta, club del quale ha sempre apprezzato il sistematico miglioramento del modello di gestione, la significativa sensibilità sociale testimoniata dalla profonda relazione con il territorio e la sua comunità e la programmazione delle attività finalizzate al consolidamento dei fattori di crescita, a partire dagli investimenti dedicati negli anni al settore giovanile. (Calabria News)

Se ne è parlato anche su altre testate

ntesa Sanpaolo nuovo partner bancario della squadra di calcio dell'Atalanta. Intesa peraltro cofinanzia, con un investimento di 40 milioni di euro il rinnovo, con l'adeguamento alle norme Uefa, dello storico stadio di Bergamo, necessario per la partecipazione alle coppe europee. (Avvenire)

Ovviamente poi bisogna anche considerare la questione delisting per Ubi Banca. Sarà poi l’assemblea prevista per la primavera del 2021 quella invece chiamata ad approvare la fusione di Ubi in Intesa Sanpaolo (Bluerating.com)

“Entrambi gli istituti bancari sono gia’ partner di primaria importanza del Gruppo Nexi, pertanto non si prospettano rischi rilevanti derivanti dall’operazione sul business di Nexi”, si legge nella nota. (Startmag Web magazine)

L’obbligo di acquisto, che riguarda il 9,8164% residuo del capitale di Ubi, è scattato dopo che Intesa Sanpaolo, ad esito dell’Opas, ha raggiunto una partecipazione superiore al 90% ma inferiore al 95% del capitale della stessa Ubi. (Il Cittadino on line)

Non solo, la tribuna dello stadio di Bergamo, con accesso da viale Giulio Cesare, verrà denominata «Rinascimento» in segno di continuità del programma varato da Intesa con il Comune di Bergamo per fronteggiare l’emergenza Covid-19. (Corriere della Sera)

Ci sono i soldi dovuti alle banche, quelli ai possessori di alcuni bond e quelli che spetterebbero a oltre 1.500 fornitori. Le prime due banche italiane mettono sul tavolo una proposta per rilanciare il gruppo alimentare in concordato preventivo dal 2018. (Il Fatto Quotidiano)