"Sandokan", si arrende l'irriducibile

ilGiornale.it INTERNO

Uno degli ultimi irriducibili. Uno dei più spietati. Uno dei più noti. Ha deciso di collaborare con la giustizia a 70 anni compiuti Francesco Schiavone, alias «Sandokan», boss indiscusso del clan dei Casalesi. La notizia circolava da giorni nel Casertano, mentre nel sottobosco della giustizia qualcosa già si muoveva da tempo: qualche settimana fa il boss, che avrebbe un tumore, era stato infatti trasferito dal carcere di Parma a quello dell'Aquila per avere la possibilità di curarsi nell'ospedale San Salvatore, proprio come avvenuto per il capomafia Matteo Messina Denaro, deceduto lo scorso settembre proprio nel capoluogo abruzzese. (ilGiornale.it)

Ne parlano anche altre fonti

Un boss anziano come Francesco Schiavone, dopo 26 anni di carcere, gran parte dei quali trascorsi al 41 bis, decide di collaborare con la giustizia perché è possibile che abbia guardato indietro, analizzato come le retrovie del suo clan si sono logorate, e si sono usurati anche i limiti detentivi che si era imposto e piano piano ha immaginato e ragionato su quello che resta del suo futuro. (la Repubblica)

Oltre a svelare omicidi rimasti mistero, il boss dei Casalesi Francesco Schiavone - detto Sandokan - che ha iniziato a collaborare con la giustizia, potrebbe gettare nuova luce su quella pagina drammatica e opaca del nostro Paese rappresentata dalla Terra dei Fuochi, ma potrebbe anche far tremare i colletti bianchi: è noto lo stretto rapporto dei Casalesi con un'ampia zona grigia dell'imprenditoria e della politica. (Sky Tg24 )

Un colpo di scena colpisce il grande giorno di Zuleyha e Hakan, quando all’improvviso Lutfiye scompare misteriosamente. Si scopre che un incidente imprevisto la coinvolge: la donna è stata vittima di un rapimento temporaneo da parte dell’oscuro Vahap, che l’ha costretta a cedere la propria auto prima di abbandonarla isolata su una strada cittadina. (SofiaOggi.com)

"Ci sono tanti aspetti da approfondire, come la rete di relazioni che garantiva al clan di inserirsi negli appalti, soprattutto quelli che hanno riguardato la ricostruzione - sottolinea -. "Il pentimento, o meglio la collaborazione, di una personalità camorristica come Francesco Schiavone è un evento storico, forse definitivo, nel contrasto al clan dei Casalesi". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Gomorra, ultimo atto. «Lo faccio per la mia famiglia», dice l’uomo rivolgendosi ai magistrati. E aggiunge: «Sono stato un mafioso, non solo un camorrista». .117 Visite (TERRANOSTRA | NEWS)