Il cortocircuito mediorientale di Biden che rompe con Israele

Il cortocircuito mediorientale di Biden che rompe con Israele
Panorama ESTERI

I rapporti tra Israele e l’amministrazione Biden si stanno facendo sempre più tesi. Il presidente americano ha annunciato che bloccherà l’invio di armamenti allo Stato ebraico, nel momento in cui quest’ultimo dovesse avviare un’invasione completa di Rafah. “Ho chiarito che se entrano a Rafah - non sono ancora andati a Rafah - se entrano a Rafah, non fornirò le armi che sono state usate storicamente per affrontare Rafah, per affrontare le città”, ha dichiarato mercoledì lo stesso Joe Biden durante un’intervista alla Cnn. (Panorama)

Se ne è parlato anche su altre testate

La situazione a Rafah "sta peggiorando ulteriormente" e, come si legge sul giornale, fonti egiziane hanno avvisato che "Israele ha informato" Il Cairo del "proseguimento" delle operazioni militari al confine tra Gaza ed Egitto nella città di Rafah e dell'intenzione di effettuare "operazioni mirate" nella zona con informazioni fornite all'Egitto sulle unità e le dotazioni impiegate per le attività. (Il Giornale d'Italia)

Gli Stati Uniti stanno compiendo un’ulteriore pressione - con la forza delle armi, messe a disposizione di Israele, e dei mezzi finanziari, usati con gli arabi sostenitori dei criminali Hamas – per la de-escalation del conflitto, la restituzione degli ostaggi agli israeliani, la difesa dello Stato ebraico, e raggiungere un compromesso con gli arabi moderati. (L'HuffPost)

TEL AVIV — «Nella Guerra di Indipendenza, 76 anni fa, eravamo pochi contro molti. Non avevamo armi. C’era un embargo contro di noi: ma abbiamo vinto. Se dobbiamo combattere da soli, combatteremo da soli: e vinceremo», così dice Benjamin Netanyahu al termine di una delle giornate più difficili degli ultimi mesi qui in Israele (la Repubblica)

"Doveva essere segreta". Le rivelazioni sulla decisione Usa di bloccare gli aiuti militari a Israele

“Facciamo da soli”. Israele non si ferma, l’operazione militare a Gaza è destinata a proseguire e Rafah rimane nel mirino, anche se gli Stati Uniti non invieranno più armi. ”Se dobbiamo restare soli, resteremo soli”, ma ”combatteremo con le unghie e con i denti” perché ”siamo determinati e siamo uniti per sconfiggere i nostri nemici e coloro che vogliono farci del male”, ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel videomessaggio diffuso su ‘X’ in vista del Giorno dell’Indipendenza che si celebra il 14 maggio, ”75 anni fa. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

La decisione di sospendere il trasferimento di armi pesanti statunitensi a Israele sarebbe dovuta rimanere segreta. Tel Aviv, però, ha fatto trapelare la notizia, obbligando la Casa Bianca a confermarla e creando tensioni tra i due Paesi. (ilGiornale.it)

Peccato che queste buone intenzioni siano state completamente ribaltate dal governo di Tel Aviv, che non solo ha continuato a bombardare la città al confine con l’Egitto come se nulla fosse, ma ha pure attaccato il presidente americano per una decisione giudicata a dir poco sbagliata. (LA NOTIZIA)