La sindrome cinese può far paura, ma Evergrande non è la nuova Lehman

Yahoo Finanza ECONOMIA

Le tensioni geopolitiche fanno parte del gioco, ma né a Washington né a Pechino nessuno ha interesse che sia un gioco al massacro

Anche perché la correzione degli squilibri economici e finanziari interni alla Cina può sovrapporsi a tensioni geopolitiche, con gli americani che stanno spostando dall’Atlantico al Pacifico il presidio dei meccanismi di difesa.

In ogni caso non sembrano esserci in nessun modo le premesse per una Lehman cinese (Yahoo Finanza)

Ne parlano anche altri media

Anche stavolta la causa è l’immobiliare: Evergrande, secondo operatore della Cina, rischia il default. Ma anche se l’eventuale crac non contagerà i mercati globali, non tutti i suoi rischi sono noti. (Il Fatto Quotidiano)

Hong Kong, ha chiuso la seduta con un meno 3,3%, una scossa per i mercati europei che hanno aperto tutti in calo. Il titolo Everegrande ha chiuso in calo di oltre il 10%, sui valori più bassi di oltre un decennio. (Il Fatto Quotidiano)

Ma adesso sembra che il rischio di un vero e proprio collasso e di un’esplosione della bolla immobiliare cinese sulla falsariga del disastro americano di qualche anno fa, non si possa più evitare. Evergrande ha accumulato ingenti debiti nell’ultimo decennio, mentre si espandeva nel mercato immobiliare cinese, alimentando una crisi finanziaria che ormai minaccia l’intero settore. (L'HuffPost)

Ritornando al 2008, le discussioni della Fed erano monopolizzate dal rischio inflazione: all’argomento venne dedicato nelle riunioni in media l’84% del tempo. Esisteva sia l’incognita recessiva che quella inflazionistica; si parlava cioè di un rischio stagflazione. (Il Sole 24 ORE)