Come si diffonde l'Alzheimer da neurone a neurone

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lescienze.it SALUTE

L’aspetto forse più peculiare della tau è che il ripiegamento anomalo della proteina si diffonde di cellula in cellula con un processo di tipo prionico, che procede cioè come una reazione a catena lungo le connessioni tra i neuroni.La ricerca ha chiarito che l’alterazione della proteina tau è alla base di molte malattie neurodegenerative, tanto che si parla complessivamente di taupatie.

Nell’arco di pochi giorni, queste si sono diffuse ad altri neuroni, dove hanno iniziato a ripiegarsi in modo anomalo e ad accumularsi. (lescienze.it)

Ne parlano anche altre fonti

L'importante passo avanti verso la possibilità di riparare circuiti nervosi e ripristinare funzioni perdute è descritto sulla rivista Nature Communications. Le cellule nervose appena ottenute hanno come modello i neuroni del ratto, ma la strada è ormai aperta verso ulteriori sviluppi. (Ticinonline)

In particolare riproducono i canali ionici, cioè le sequenze di proteine che sono presenti sulla superficie delle cellule, che per i neuroni artificiali permettono la trasmissione dei segnali proprio come accade per quelli naturali. (Webnews)

Tuttavia, finora lo sviluppo dei neuroni artificiali è stata una sfida a dir poco immensa a causa delle risposte neuronali difficili da prevedere. Per decenni la comunità scientifica ha avuto come obiettivo proprio quello di creare neuroni artificiali che fossero in grado di rispondere ai segnali elettrici del sistema nervoso in modo simile a come fanno i neuroni reali. (Wired.it)

Si tratta del primo neurone artificiale, composto in silicio, creato in laboratorio e capace di rispondere perfettamente ai segnali del sistema nervoso. (Sky Tg24 )

Questo rende i neuroni adatti agli impianti bioelettronici da trattare malattie croniche. I ricercatori hanno modellato e derivato con successo equazioni per spiegare come i neuroni rispondono agli stimoli elettrici di altri nervi. (La Repubblica)

Ho iniziato a studiare i neuroni immaturi all’inizio del mio dottorato, ormai quasi quattro anni fa. Chiara, come ti sei avvicinata al progetto ‘Neuroni alternativi’ e da dove nasce nello specifico l’interesse per la ricerca sui neuroni immaturi? (il Digitale)