Covid, il Tar del Lazio smonta la "vigile attesa" del ministero della Salute. Schiaffo a Speranza

Secolo d'Italia SALUTE

«Questa decisione cristallizza una volta per tutte quale sia il ruolo del medico di medicina generale, ovvero agire e non lasciare i malati Covid ad attendere l’evolversi della malattia»

Per tali ragioni il ricorso deve essere accolto».

La prescrizione dell’Aifa, come mutuata dal ministero della Salute, contrasta, pertanto, con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professione, imponendo, anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia Covid 19 come avviene per ogni attività terapeutica». (Secolo d'Italia)

Ne parlano anche altri giornali

Roma, 15 gennaio 2022 - I medici possono scegliere la terapia domiciliare che vogliono per curare i pazienti malati di Covid. "E' onore imprescindibile di ogni sanitario agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità' circa l'esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del titolo specialistico acquisito" puntualizzano i giudici accogliendo il ricorso firmato dall'avvocato Erich Grimaldi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Sì del Tar: annullata la circolare sulla “vigile attesa”, i medici possono curare il Covid a domicilio. Linee guida fatte proprie dal ministero della Salute, e poi aggiornate il 26 aprile 2021, nella parte in cui “nei primi giorni di malattia prevede unicamente una ‘vigile attesa’ e somministrazione di antinfiammatori e paracetamolo“. (Il Primato Nazionale)

Secondo il Tar del Lazio il "contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l'attività professionale così come demandata al medico nei termini indicata dalla scienza e dalla deontologia professionale. (MessinaToday)

“Il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicata dalla scienza e dalla deontologia professionale. (StrettoWeb)

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È chiaro che Speranza non può rimanere un minuto di più, Mario Draghi e le forze di maggioranza prendano atto del fallimento". Dopo due anni di fallimenti conclamati la sentenza del Tar del Lazio mette una pietra tombale sull'operato del ministro Speranza, che ha la grande responsabilità di non aver mai voluto ascoltare le numerosissime esperienze cliniche portate dai medici di base. (LiberoQuotidiano.it)