Cinque nuovi punti per la Clean Network degli USA

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Il programma Clean Network prevederebbe inoltre il divieto per alcuni produttori cinesi di smartphone (Huawei in primis) di effettuare la pre-installazione o la distribuzione attraverso i propri store di applicazioni ritenute “trusted” ovvero fidate, affidabili.

Rientra in un programma di più ampio respiro che oltreoceano è stato battezzato Clean Network, uno sforzo finalizzato a sgombrare il campo da qualsiasi possibile fonte di minacce per la sicurezza nazionale. (Punto Informatico)

Su altri media

ikTok minaccia un'azione legale negli Stati Uniti contro l'ordine firmato dal presidente Donald Trump, che obbliga la cinese ByteDance a vendere la partecipazione nelle operazioni di TikTok negli Usa. In una nota TikTok esprime il suo «sconcerto» per l'ordine esecutivo di Trump, affermando che è stato emesso «senza seguire alcuna regolare procedura». (Ticinonline)

Francoforte cede lo 0,04% a 12.641 punti e Parigi lo 0,01% a 4.885 punti. Tra le valute,sul dollaro che passa di mano a quota 1,1846 a fronte del valore di 1,1874 di ieri sera dopo la chiusura di Wall Street. (La Repubblica)

Una cosa inaudita.La guerra al Made in China, d’altronde, si estende pure ai cellulari: gli Huawei definiti «inaffidabili» dovrebbero impedire di preinstallare o rendere disponibili per il download su dispositivi cinesi le app americane. (la Repubblica)

Previsti in calo i Futures degli indici americani, in una forbice compresa tra il -0,46% e il -0,62%. Nel mese di maggio il saldo era notevolmente migliorato, passando da -1,131 miliardi a +5,584 miliardi. (Milano Finanza)

Shanghai in prima battuta ma anche le piazze finanziarie di Corea e Taiwan: listini dove la forza della tecnologia sta avendo un impatto rilevante. Già alcuni listini borsistici hanno un bilancio positivo rispetto a inizio anno. (Il Sole 24 ORE)

A farne le spese, tra le varie, anche WeChat, popolarissima app di messaggistica, che vale in Cina quello che Whatsapp vale nel resto mondo.L’ operazione Clean Network prevede un vero e proprio contrasto all’espansione sul suolo americano anche dei colossi cinesi diLa normativa europea che regola il trattamento e le informazioni dei cittadini dell’Unione, il famoso GDPR, è in vigore dal 25 maggio del 2018 e non esistono accordi tra Europa e Cina per il trasferimento dei dati dall’Unione verso la Repubblica Popolare. (Calciomercato.com)