La variante indiana fa paura i primi casi sono in Veneto

La Gazzetta di Reggio INTERNO

La variante indiana, peraltro già registrata in un paio di casi nei dintorni di Firenze, arriva anche in Veneto.

Le varianti arrivano tutte, ce ne sono migliaia, non so quante siano, affrontiamo giorno dopo giorno questi aspetti, però si va avanti».

Lo ha detto il presidente del Veneto,, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, non nega la preoccupazione: «Se la variante indiana è presente in Veneto, allora è arrivata anche in altre parti d’Italia, perché il nostro sistema di controllo ha una sensibilità bassissima». (La Gazzetta di Reggio)

La notizia riportata su altri media

Il microbiologo dell'Università di Padova sarebbe tra le persone già ascoltate dagli investigatori. L'ipotesi da verificare, in sostanza, è se i test rapidi possano aver dato una percentuale di falsi negativi più alta di quella promessa, favorendo la circolazione di soggetti, soprattutto nelle Rsa, che in realtà potevano non essere negativi al virus (ilgazzettino.it)

Si sarebbe dovuto seguire l’esempio dell’Inghilterra, che solo dopo aver vaccinato il 70 per cento della popolazione si è permessa timide riaperture. (Cronache della Campania)

Il periodo di latenza illuderà che tutto stia filando liscio, ma sarà solo un effetto ottico». A detta del prof. Crisanti il nostro governo avrebbe dovuto avere maggiore prudenza, seguendo «l'esempio dell'Inghilterra, che solo dopo aver vaccinato il 70 per cento della popolazione si è permessa timide riaperture» (VeronaSera)

A La Stampa: «Le restrizioni dei mesi scorsi modereranno le curve per altre due o tre settimane, ma i risultati dei nuovi contagi esploderanno più tardi. Sarebbe stato più opportuno seguire l’esempio dell’Inghilterra,. (IlNapolista)

"Di questo passo non è pessimistico pensare che a fine maggio ci sarà una nuova ondata, ma assai realistico". Il contagio va diminuito molto di più prima di alleggerire le misure, altrimenti senza tamponi e tracciamento riparte in poche settimane" (ParmaToday)

“Di questo passo, è assai probabile pensare che a fine maggio ci sarà un’altra ondata", sono le parole di Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Padova. Si sarebbe dovuto seguire l'esempio dell`Inghilterra, che solo dopo aver vaccinato il 70 per cento della popolazione si è permessa timide riaperture (BresciaToday)