È morto Alan Parker, regista britannico autore di Evita

Parker, 76 anni, era malato da tempo.

È stato un grande sostenitore dell’industria cinematografica britannica, fondando e presiedendo lo UK Film Council nel 2000 e prima ancora diventando membro fondatore della Directors Guild of Great Britain.

Il film fu piuttosto controverso, ma riuscì comunque a portarsi a casa ben tre Golden Globe, tra cui quello come miglior film.

È morto Alan Parker, regista britannico autore di Evita (Lega Nerd)

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Morto Alan Parker, il regista di "Fuga di mezzanotte" e "Saranno famosi". Si è spento a 76 anni dopo una "lunga malattia". Nato a Islington il 14 febbraio del 1944, nella sua carriera Parker ha collezionato due nomination agli Oscar come miglior regista per Fuga di mezzanotte (che vinse due statuette) e per Mississippi Burning. (Rai News)

"Ho sempre amato lavorare coi bambini e gli adolescenti - raccontava il regista - perché ti danno sempre qualcosa che non ti aspetti. Ma la musica resta la sua vera passione e ossessione: "Pink Floyd the Wall", "Evita", "The committments" (forse il suo film più amato). (L'Unione Sarda.it)

Difficile non ricordare neanche un film di Alan Parker, il versatile regista inglese che ha segnato gli anni Ottanta e Novanta con i suoi film di culto, da Fame. Il suo secondo film, Fuga di mezzanotte (1978), dramma carcerario assai discusso, vince due Oscar (per la Migliore musica e il Miglior soggetto). (ilGiornale.it)

È la musica il filo conduttore della carriera di Alan Parker, il regista britannico morto a 76 anni dopo una lunga malattia. La sua filmografia si può cantare: da Saranno famosi a Evita passando per i Pink Floyd di The Wall e The commitments. (Vanity Fair Italia)

Impossibile non ricordare anche la regia di The Wall del 1982 ovvero la trasposizione cinematografica del concept album The Wall, realizzato nel 1979 dai Pink Floyd. Il regista inglese aveva 76 e si è spento ieri 31 luglio dopo una lunga malattia di cui non aveva reso pubblici i dettagli. (Tom's Hardware Italia)

Non riesco, come molti francesi, a costruire venti versioni dello stesso film» e si dimostrava molto sincero quando spiegava: «Il mio rapporto con Hollywood? “Il paziente inglese” (che quell'anno si aggiudicò l'Oscar come miglior film n. (Il Messaggero)