Perché fanno paura i Coco Bond?

Start Magazine ECONOMIA

Il caso Coco Bond dopo Credit Suisse e Deutsche Bank. L’articolo di Emanuela Rossi Non si placa l’eco del salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs per 3 miliardi di franchi. In particolare a far discutere – tanto da arrivare a parlare di azioni legali – l’azzeramento delle obbligazioni Additional Tier-1 (AT1), i cosiddetti coco bond, per circa 16 miliardi di franchi, operato dalla Finma, l’autorità di vigilanza indipendente sul mercato finanziario elvetico (Start Magazine)

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La volatilità delle scorse settimane, successiva al fallimento della Silicon Valley Bank, alla crisi poi del Credit Suisse che è stata acquistata poi dalla rivale UBS dietro ingenti garanzie della FINMA, sino alla decisione “insolita” di azzerare le obbligazioni subordinate AT1 prima delle azioni - a mio avviso condizione imposta dal Qatar che era il secondo azionista di Credit Suisse - la conseguente scontata speculazione su altre Banche sistemiche europee - Deutsche Bank tanto per non far nomi – ed in generale sul tutto il settore, sembra essersi finalmente placata. (Money.it)

Secondo gli esperti, il mercato ha rapidamente riprezzato al ribasso l’intera asset class, mettendo sotto pressione il debito subordinato delle banche europee. Il team strategie di credito globale di Algebris Investments ha evidenziato l'azzeramento del valore delle obbligazioni subordinate di Credit Suisse abbia causato una settimana volatile per gli strumenti AT1. (SoldiOnline.it)

Nel frattempo la stessa banca, ha dovuto richiamare un “vecchio cavallo” Sergio Ermotti, che già rimise in piedi l’istituto dopo le burrascose vicende d’inizio secolo, culminate nella fusione Ubs/Sbc. (Bluerating.com)

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Non solo. A sua volta, ha anche generato preoccupazioni sul fronte dei bond AT1 delle banche italiane. (Morningstar)

Di solito, i possessori dei bond (di qualunque natura) non sono mai penalizzati rispetto agli azionisti: “Gli AT1 di Credit Suisse sono stati cancellati a causa di una distorsione nella gerarchia delle richieste di rimborso del capitale attuata da parte dell’autorità federale di vigilanza sui mercati svizzera (FINMA) che ha favorito gli azionisti rispetto ai detentori di questa tipologia di obbligazioni”, spiega Corrado Cominotto, responsabile delle Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali, che aggiunge: “Non riteniamo che quanto accaduto a Credit Suisse possa avvenire anche in Europa o in altri continenti”. (Banca Generali Group)