Perché il 1. maggio è la Festa dei lavoratori

Corriere del Ticino INTERNO

Circa 200 mila lavoratori si dichiararono in sciopero. Le mobilitazioni proseguirono anche nei giorni 2 e 3. L'azienda di macchine agricole McCormick riuscì a non arrestare la produzione grazie ai dipendenti che non aderirono allo sciopero. Le manifestazioni erano state violentemente disperse dalla polizia. Ma quando la sirena della fabbrica suonò e gli operai della McCormick che non avevano aderito allo sciopero abbandonarono il posto di lavoro, il 3 maggio, iniziò una battaglia. (Corriere del Ticino)

Se ne è parlato anche su altre testate

LAVORATORE – Oggi, 1 maggio, in Italia è la festa dei lavoratori. All’Inter un solo giocatore rappresenta a pieno questa ricorrenza, ossia Henrikh Mkhitaryan. L’armeno è sicuramente il lavoratore più instancabile della rosa di Simone Inzaghi, che non riesce proprio a fare a meno di lui. (Inter-News)

Primo Maggio festa dei lavoratori. In un tempo in cui il lavoro è sempre più visto in chiave esclusivamente economica, quale uno dei “fattori di produzione”, cogliamo l’occasione per rimettere al centro dell’attenzione la dignità dei lavoratori. (L'HuffPost)

non posso darti torto, ma neppure completamente ragione. Caro Lucio, (ilGiornale.it)

Se provassimo a ricordarlo 365 giorni l’anno ed a impostare tutte le politiche nazionali e locali avendo a mente questo assunto fondante del nostro Paese, forse riusciremmo a goderci a pieno questa giornata di festa". (LA NAZIONE)

: Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Il 1° maggio celebriamo la Festa dei lavoratori e ricordiamo tutte le lotte per l’affermazione dei diritti nel mondo del lavoro. La lotta per la conquista dei diritti dei lavoratori ha segnato larga parte del secolo scorso e non a caso la Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza, nel suo primo articolo recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (Tuscia Web)

Le lotte operaie, contadine e poi di chiunque abbia subito salari miserabili, turni e orari di lavoro massacranti, discriminazioni, ricatti e soprusi da parte dei propri datori di lavoro. Una lotta necessaria ancora oggi, soprattutto in Italia dove il pil pro-capite è sceso sotto la media dell’Unione europea. (WIRED Italia)