Dai Verdena ai Simpson, da Achille Lauro a Batman: i tanti tributi a Kurt Cobain

«Ha riunito le persone che amava e se le è portate in giro per dire addio». Così Micheal Stipe, leader dei Rem, avrebbe commentato una data spartiacque nella storia della popular music: il 5 aprile 1994, quel giorno con un colpo di fucile l’amico e “fratello minore” Kurt Cobain poneva fine alla propria vita e di conseguenza anche alla breve ma intensa discografia dei Nirvana. In un mondo a cavallo tra l’analogico e il digitale alla band di Seattle bastarono tre LP in sette anni (Bleach, Nevermind e In Utero) per intraprendere una vertiginosa scalata che avrebbe reso singoli e b-sides dei Nirvana degli instant classic, oggi in cima alle playlist di Spotify e cartine di tornasole dello zeitgeist degli Anni 90 (varesenews.it)

Ne parlano anche altre testate

«Non ho mai più ascoltato i dischi dei Nirvana dal giorno in cui Kurt Cobain è morto, il 5 aprile del 1994. Può sembrare ingenuo o paradossale a chi non frequenta la musica, o a chi non ha vissuto quel periodo, ma quel giorno è come se si fosse spenta — e per sempre — la luce della speranza. (la Repubblica)

Eterna leggenda, come la città che visita per la prima volta nel 1989. In quell’anno Kurt Cobain tiene con i Nirvana, band ancora poco conosciuta in Europa, un concerto a Roma. (Corriere Roma)

Il dualismo tra vita e morte, dolore e gioia, yin e yang, deve coesistere l'una accanto all'altra altrimenti nulla di tutto ciò avrebbe alcun significato. La lezione più grande appresa attraverso il lutto quasi da quando sono stata cosciente è che ha uno scopo. (Vanity Fair Italia)

Trent’anni fa in provincia non era difficile imbattersi in giovanissimi dall’aria triste, con i lunghi capelli che coprivano mezzo volto, gli occhi fissi. A casa era difficile spiegare perché si tenevano quegli abiti che aspettavano solo di essere buttati, da lì a poco anche la fast fashion avrebbe iniziato a produrre capi già logori, nelle vetrine sarebbero finiti pantaloni nuovi strappati, macchiati o ingialliti per vendere un senso di vissuto, una subdola strategia per restituire una storia anche a chi la storia sembrava averla persa, o comunque ne era fuori. (Il Manifesto)

Di Teresa Cioffi A 30 anni dalla scomparsa del leader dei Nirvana, Frances Bean Cobain ricorda il padre tramite un racconto personale e alcune fotografie scattate insieme (Corriere della Sera)

Tirate fuori le Birkenstock, è arrivata la primavera (Rolling Stone Italia)