Regina Elisabetta, il significato dei suoi look nei discorsi straordinari

Corriere della Sera ESTERI

Tanto meno quando si tratta di una mise importante, per un discorso straordinario come quello pronunciato il 5 parile in tv ai sudditi britannici.

Per la regina Elisabetta II la scelta del look non è mai causale.

Inoltre, il verde è una tinta che indica speranza, un sentimento di cui c’è bisogno in questo momento difficile.

Poco più di 4 minuti registrati dal castello di Windsor per dare animo alla nazione e ai Paesi del Commonwealth durante l’emergenza Coronavirus. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre testate

Evento di rara importanza per il popolo inglese, che questa sera in diretta TV potrà assistere al discorso della regina Elisabetta rivolto alla lotta al coronavirus. Solo in altre due occasioni la regina aveva parlato a tu per tu col popolo, ovvero in due occasioni drammatiche come la guerra del Golfo o la morte di Diana. (InMeteo)

Stare in casa, rispettare le restrizioni imposte dal governo di Boris Johnson, è faticoso, ma «è la cosa giusta da fare», ha sottolineato con chiarezza la regina. Ma non di piegare lo spirito di una regina figlia della guerra. (La Gazzetta di Reggio)

I precedenti recenti sono stati quando lo fece nel 1991 ai tempi della Guerra del Golfo, quando morì lady Diana, nel 1997, quando morì la Regina Madre, nel 2002 e quando festeggiò il giubileo di diamante. (Fanpage.it)

Facendo appello allo "spirito nazionale", Elisabetta II ha ringraziato gli operatori sanitari che sono "in prima linea" contro il Covid-19 e tutti coloro che "in maniera disinteressata continuano i loro doveri quotidiani fuori casa a sostegno di tutti noi". (AGI - Agenzia Italia)

Appello all'autodisciplina. La Regina ha lanciato ai sudditi un appello all'autodisciplina e alla risolutezza di fronte alla più grave avversità che incombe sul suo Regno dopo la Seconda Guerra Mondiale. (RTL 102.5)

Vanity Fair spiega anche che il messaggio odierno della regina Elisabetta somiglia molto a quello che suo padre, Giorgio VI, pronunciò nella triste occasione dell’entrata in guerra della Gran Bretagna. (il Giornale)