Crimini di guerra compiuti dagli inglesi in Iraq e Afghanistan nascosti da governo ed esercito

Corriere Delle Alpi ESTERI

Lo ha scritto il Sunday Times citando documenti riservati e testimonianze.

Il suo superiore ha citato falsi testimoni per chiudere il caso, sostenendo che al-Mosawi aveva sparato per primo.

Shiner aveva portato circa 1000 casi all’attenzione dell’Iraq Historic Allegation Team, che fu chiuso dal governo proprio in seguito alla scoperta delle attività sospette dell’avvocato.

Le truppe speciali britanniche si sono rese responsabili di crimini di guerra in Iraq e in Afghanistan, ma l’esercito e il governo hanno impedito lo svolgimento di indagini approfondite con un’azione di copertura che ha insabbiato tutto. (Corriere Delle Alpi)

Ne parlano anche altre testate

Gli investigatori militari hanno dimostrato un'inquietante accusa, secondo cui alti comandanti dell'esercito di Sua Maestà avevano tentato di nascondere i crimini di guerra delle truppe britanniche in Afghanistan e Iraq (Sputnik Italia)

Quelle stesse istituzioni che non sono però riuscite a impedire che i nomi dei militari feriti circolassero sui social e poi venissero pubblicati da alcuni quotidiani. (Analisi Difesa)

Uno di questi testimoni ha affermato che "c'è stata una crescente pressione da parte del Ministero della Difesa per chiudere i casi il più rapidamente possibile". (L'AntiDiplomatico)

Il Ministero della Difesa del Regno Unito, da parte sua, ha insistito sul fatto che le sue operazioni militari sono state eseguite nel pieno rispetto della legge. I membri del comitato delle Nazioni Unite hanno dichiarato che vi era una crescente preoccupazione per la palese mancanza di procedimenti giudiziari per crimini di guerra, compresa la tortura. (Sputnik Italia)

Il ministero ha già smentito tutto, ma uno dei componenti del disciolto organismo investigativo indipendente ha detto di essere stato personalmente testimone di "pressioni ai massimi livelli del dicastero" affinché l'indagine fosse "chiusa al più presto". (Agenzia ANSA)

Il ministero ha già smentito tutto, ma uno dei componenti del disciolto organismo investigativo indipendente ha detto di essere stato personalmente testimone di “pressioni ai massimi livelli del dicastero” affinché l’indagine fosse “chiusa al più presto”. (la voce d'italia)