In Segreteria di Stato un sottosegretario donna: Francesca Di Giovanni

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Di Giovanni, da quasi 27 anni in Segreteria di Stato, è nata a Palermo nel 1953, è laureata in Giurisprudenza.

Il Santo Padre ha preso una decisione innovativa, certamente, che, al di là della mia persona, rappresenta un segno di attenzione nei confronti delle donne.

Ma che il Santo Padre affidasse a me questo ruolo, sinceramente non l’avrei mai pensato.

Lei è la prima donna a ricoprire un incarico di questo livello in Segreteria di Stato…. (Vatican News)

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Spero che il mio essere donna possa riflettersi positivamente in questo compito anche se sono doni che riscontro certamente anche nell'atteggiamento dei miei colleghi di lavoro uomini". Così Francesca Di Giovanni: "Effettivamente, è la prima volta che una donna ha un compito dirigenziale in Segreteria di Stato", spiega in un'intervista a Vatican News. (Rai News)

Ma che il Santo Padre affidasse a me questo ruolo, sinceramente non l’avrei mai pensato. Già da quasi 27 anni Di Giovanni era officiale della medesima Sezione per i Rapporti con gli Stati. (L'HuffPost)

"Malgrado la sua condizione di prigioniero – ha proseguito il Papa – Paolo può incontrare i notabili giudei per spiegare come mai sia stato costretto ad appellarsi a Cesare e per parlare loro del regno di Dio. (Avvenire)

Renda capaci anche noi, come Paolo, di impregnare le nostre case di Vangelo e di renderle cenacoli di fraternità, dove accogliere il Cristo vivo, che «viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo». (Vatican News)

Anche se “perseguitata, fraintesa e incatenata, mai si stanca di accogliere con cuore materno ogni uomo e ogni donna per annunciare loro l’amore del Padre che si è reso visibile in Gesù”. 7mila persone in Aula Paolo VI. (Servizio Informazione Religiosa)

Mentre la neonominata è la prima donna a ricoprire un ruolo dirigenziale nella Segreteria di Stato. Sottolineando “l’attenzione del Papa verso il settore multilaterale, che oggi è messo in discussione da alcuni, ma che ha una funzione fondamentale nella comunità internazionale”. (Avvenire)