Aborto: si chiama Piano di Ripresa e Resilienza, ma la triste realtà è che anche ripresa e resilienza crollano miseramente, di fronte alle barricate ideologiche

Quotidiano Sanità INTERNO

Aborto: si chiama Piano di Ripresa e Resilienza, ma la triste realtà è che anche ripresa e resilienza crollano miseramente, di fronte alle barricate ideologiche 17 APR Gentile direttore, mentre in Francia il Parlamento inserisce il diritto di aborto tra quelli garantiti dalla Costituzione, e mentre il Parlamento europeo vota a favore dell'inserimento dell'interruzione di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione, nel nostro Paese la commissione Bilancio della Camera approva l’emendamento all’articolo 44 del disegno di legge per l’attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR), firmato dal deputato Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia e intitolato “Norme in materia di servizi consultoriali”. (Quotidiano Sanità)

Ne parlano anche altri media

Mentre la Francia inserisce il diritto all’aborto in Costituzione e il Parlamento europeo dà disco verde alla sua entrata nella Carta dei diritti fondamentali, in Italia l’interruzione volontaria di gravidanza non smette di travalicare l’ambito più intimo della coscienza per animare lo scontro politico sul corpo e la volontà delle donne. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ministra Roccella: ««Suggerisco ai rappresentanti di altri Paesi di basare le proprie opinioni sulla lettura dei testi e non sulla propaganda della sinistra» (Corriere della Sera)

Nessuno ce lo concede o ci dà l'opportunità. Alla Camera oggi ad alzare la voce è stata la deputata Gilda Sportiello (M5s). (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Meloni: "Sull'aborto Spagna non dia lezioni all'Italia" (AGI - Agenzia Italia)

La polemica ha superato i confini nazionali, tanto che Ana Redondo, ministra per l'Uguaglianza spagnola, ha sferrato una dura critica al provvedimento del governo italiano riguardanti il coinvolgimento nei consultori di realtà del terzo settore che sostengono la maternità. (Today.it)

Dai tabulati, però, emerge una divisione nella maggioranza. ROMA. (La Stampa)