Ostia, Cassazione: clan Spada è mafia

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Adnkronos INTERNO

E’ quanto hanno deciso i giudici nel maxi processo contro il clan del litorale romano.

Il processo d’appello bis riguarderà Roberto Spada, già condannato in via definitiva a sei anni per la testata a Ostia al giornalista Daniele Piervincenzi, Ottavio Spada, detto Marco, e Carmine Spada.

E’ quanto hanno deciso i giudici della prima sezione penale della Suprema Corte nel maxi processo contro il clan del litorale romano accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale Luigi Birritteri. (Adnkronos)

Su altri media

O almeno lo era prima che i carabinieri non accerchiassero il fortino dove si era rifugiato Roberto Spada e in cui era stata piazzata quella poltrona da Re Il processo agli Spada è concluso. (Repubblica Roma)

Il processo di Appello bis riguarderà Roberto Spada, già condannato in via definitiva per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi, Ottavio Spada detto 'Marco' e Carmine Spada. (AGI - Agenzia Italia)

«Questa pronuncia consegna alla storia una verità processuale ora intangibile che vale a smentire quanti hanno sin qui minimizzato la presenza e la pervasività delle mafie nella città di Roma» Ostia, nel maxi-processo al clan Spada la Cassazione conferma le accuse di mafia. (leggo.it)

Questa la sentenza della Suprema Corte di Cassazione, che ha disposto un nuovo processo d’Appello per omicidio. A finire davanti ai giudici saranno Roberto, Ottavio detto ‘Marco’ e Carmine Spada. (Fanpage.it)

I magistrati hanno rigettato i ricorsi degli altri imputati ritenuti inammissibili. I giudici di piazza Cavour hanno sostanzialmente accolto le richieste del pg e disposto un nuovo processo d'appello per il duplice omicidio di due esponenti di un clan rivale. (Sky Tg24 )

Il processo d'appello bis riguarderà Roberto Spada, già condannato in via definitiva a sei anni per la testata a Ostia al giornalista Daniele Piervincenzi, Ottavio Spada, detto Marco, e Carmine Spada. E' quanto ribadito dalla cassazione in linea con quanto stabilito in primo grado il 24 settembre del 2019 e poi ribadito dalla prima corte d'assise d'appello di Roma il 12 gennaio del 2021. (RomaToday)