Il Parma di Tanzi: campioni e coppe prima del crac

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Durante la proprietà Tanzi sono passati diversi campioni: Buffon, Cannavaro, Thuram, Veron, Zola, Asprilla, Chiesa, Crespo e allenatori come Scala, Ancelotti e Malesani

Calisto Tanzi è morto a 83 anni: l'imprenditore aveva acquisito il Parma nel 1989 per poi vincere 8 trofei, tra cui una Supercoppa Uefa, due Coppe Uefa e una Coppa delle Coppe.

Nel 2003 il crac della sua società Parmalat coinvolse anche il Parma che dopo anni travagliati fallì nel 2014. (Sport Mediaset)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Fu così che cominciò la scalata di quel Parma: abbiamo vinto l’impossibile” L’ex terzino del Parma, che torna spesso in città per il legame che conserva con alcuni amici conosciuti quando era calciatore, è stato uno dei simboli del Parma del Cavaliere. (Forza Parma)

Andrea Schianchi (La Gazzetta dello Sport)

Ha guidato il club emiliano dal 1989 al 2003, anno del crac Parmalat, quando fu arrestato e cedette il club. È morto Calisto Tanzi, l’ex presidente del Parma. Sotto la sua guida, il Parma riuscì a conquistare una Coppa delle Coppe (1993), due Coppe Uefa (1995 e 1999), una Supercoppa Europea (1993) e tre Coppe Italia. (IlNapolista)

Dopo aver patrocinato gare di sci, Tanzi rivolse il proprio interesse verso la Formula 1 sfruttando il ritorno in auge della Ferrari, campione del mondo 1975 con Niki Lauda, andando ad apporre il proprio marchio sulle tute dei due piloti (l’altro era Clay Regazzoni) del Cavallino Rampante per il 1976. (FormulaPassion.it)

Nel 2003 il crac della sua società Parmalat coinvolse anche il Parma che dopo anni travagliati fallì nel 2015. Trofei anche con Malesani allenatore: Coppa Uefa e Coppa Italia nel 1999 grazie ai gol di Chiesa e Crespo (AreaNapoli.it)

Negli anni Novanta la Borsa, poi le acquisizioni, il ricorso al mercato dei titoli e infine il crac nel 2003. È morto all’età di 83 anni Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat ed ex proprietario del Parma Calcio la cui parabola è terminata con il crac del 2003 e i processi che ne seguirono. (L'Unione Sarda.it)