Pagamenti digitali: perché non è (ancora) la fine del contante
Monete, banconote, ma anche le vecchie carte di credito (senza contactless): dopo il coronavirus i pagamenti digitali e di prossimità scalzeranno il vecchio caro portafogli.
Anche se l’Italia resta indietro rispetto ad altri Paesi europei (come Svezia e Finlandia, che vanno verso una cashless society), da noi i pagamenti digitali hanno avuto uno slancio negli ultimi due anni.
Una società senza contanti è più economica, più onesta e più sicura, ed è soprattutto più conveniente per i millenial, che fanno tutto via smartphone. (Money.it)
Ne parlano anche altre fonti
I passaggi veloci alle casse sono diventati un’abitudine consolidata per i milanesi durante i mesi più critici dell’emergenza Covid. Stabilito un indice su base dieci dai ricercatori, Milano è al primo posto nella classifica italiana «Metropolitan Cities Cashless 2020» con un valore 7,36 seguita da Bologna a 5,68. (Corriere della Sera)
Su quest'ultimo punto, spiega ancora laleggepertutti, "diventa importante l’introduzione, sempre il 1° luglio prossimo, del credito d’imposta del 30% sulle commissioni pagate dagli esercenti per l’uso del Pos. (Adnkronos)
Le comunicazioni saranno poi trasmesse dagli intermediari entro il 20esimo giorno del mese successivo al periodo di riferimento e cioè a quello in cui sono stati ricevuti pagamenti tracciabili. In contemporanea, per i pagamenti ricevuti dai professionisti con moneta elettronica matura un credito di imposta sul costo delle commissioni sopportate. (Wall Street Italia)
Bene anche i pagamenti diretti tramite smartphone, smarwatch o smartband: come scrive laleggepertutti. L’obiettivo è quello di disincentivare sempre di più l’utilizzo del contante e prediligere pagamenti elettronici e digitali, in una parola: tracciabili. (Termometro Politico)
Sempre più bancomat e sempre meno contanti? A parlare delle misure per scoraggiare l'uso del cash è laleggepertutti, che spiega come dovrebbero essere due le mosse nell'immediato futuro per incentivare l'uso dei pagamenti elettronici. (Yahoo Finanza)
Diventa dunque importante l’introduzione, sempre il 1° luglio prossimo, del credito d’imposta del 30% sulle commissioni pagate dagli esercenti per l’uso del Pos. Contestualmente, per i pagamenti ricevuti dai professionisti con moneta elettronica, matura un credito di imposta sul costo delle commissioni sopportate. (QuiFinanza)