Il caso “Mary Poppins” ci fa capire che la cancel culture non è la scelta giusta

La svolta arrivata in Gran Bretagna con la British Board of Film Classification – l'organizzazione britannica che si occupa della classificazione delle opere cinematografiche – che ha deciso di rivedere la categoria nella quale Mary Poppins è catalogata ha fatto storcere qualche naso. La scelta è da ricondurre al linguaggio discriminatorio e offensivo presente nel film della Disney. In particolare al termine ‘ottentotti’, di cui vi abbiamo spiegato etimologia e significato. (Luce)

Ne parlano anche altri giornali

In Gran Bretagna il film “Mary Poppins” è passato da “film per tutti” a “film per minori di 12 anni solo se accompagnati da persona adulta“. Il motivo dell’inasprimento sarebbe l’uso, nella pellicola del 1964, di un “linguaggio discriminatorio” secondo il British Boards of Film Classification (Bbfc), del termine “ottentotti” riferito agli spazzacamini con la faccia sporca di fuliggine. (Nicola Porro)

Questa è la tesi del BBFC. Una volta chiede a Michael: «Quale bella avventura hai in programma per oggi? Vai a combattere gli Ottentotti o a scovare tesori nascosti?». (Corriere del Ticino)

Mary Poppins, un'icona indissolubile dell'infanzia di molti, sembra aver perso parte della sua innocenza. Il motivo? Un linguaggio che, seppur intriso di nostalgia, si dimostra "inadeguato alla luce delle moderne sensibilità". (La Provincia di Cremona e Crema)

Solo il migliore Billy Wilder, maestro indiscusso della commedia americana, sarebbe stato in grado di inventarsi uno sketch come quello andato in scena alla British Board of Film Classification, il Consiglio britannico per la classificazione dei film, che due giorni fa ha sentenziato su Mary Poppins: il grande classico Disney del 1964 non sarà più classificato “film per tutti” ma sotto la dicitura “bambini accompagnati”. (Liberoquotidiano.it)

La storia della cinematografia è segnata da pietre miliari che hanno rappresentato uno spartiacque o una innovazione rispetto all’industria -soprattutto quello hollywoodiana- riuscendo ad influenzarla. (etruriaoggi.it)

Tocca ora a un altro grande classico della Disney la scomunica impartita questa volta dal Consiglio britannico per la classificazione dei film, che in ossequio alla “nuova sensibilità” ha deciso che la pellicola con Julie Andrews nei panni della strabiliante bambinaia sarà d’ora in poi classificata come “razzista” e andrà vista da bambine e bambini solo se in presenza di genitori. (L'HuffPost)