Manifesto Democratico 94: trent’anni dopo, la libertà d’espressione va ancora difesa

Trent’anni fa, la rivista bimestrale ‘Belfagor’, allora diretta da Carlo Ferdinando Russo, pubblicava il Manifesto Democratico 1994, primi firmatari Raffaele Fiengo, Cesare Segre e Corrado Stajano. Il documento ebbe l’adesione di centinaia di intellettuali, docenti, professionisti, giornalisti, che esprimevano preoccupazioni e ponevano interrogativi di fronte all’evoluzione della democrazia e della società italiane, in coincidenza con la discesa in politica di Silvio Berlusconi. (Giampiero Gramaglia – Gp News)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Jurassic talk. Io lavoro da quasi trent’anni con bambini/e, adolescenti e ragazzi/e di tutte le età. Nel loro immaginario psicologico, nel loro orizzonte socio-relazionale, il 25 aprile è essenzialmente l’occasione di una festa dalla bellezza innegabile, ma scontata. (RagusaOggi)

Francamente è stucchevole. Tutti, ma proprio tutti, possono a piacimento esercitarsi nell’affermare ogni cosa e il suo contrario grazie alla lotta partigiana e al sostegno arrivato dagli Alleati. (Primocanale)

Festa che quest’anno, se possibile, appare più importante che mai e che ci deve vedere uniti nel ricordo di quanti hanno combattuto, sono morti per questi valori e hanno contribuito a scrivere la nostra Costituzione, modello di democrazia, libertà e antifascismo. (LA NAZIONE)

Alla fine, mi torna sempre in mente il vecchio Vittorio Foa. (Questione Giustizia)

Paolo Ambrosi, psichiatra (Giampiero Gramaglia – Gp News)

Un piccolo, ma prezioso libro che racconta, tappa per tappa e anno dopo anno, la storia, il significato e la percezione del 25 aprile nelle vicende come nella memoria del nostro Paese. La guerra continua (il Mulino, 2023), offre un’accurata di cosa questa data abbia rappresentato e continui a rappresentare per il Paese. (il manifesto)