Gino Strada non ammetteva compromessi

Rolling Stone Italia INTERNO

Un risultato straordinario, raggiunto al prezzo di rinunce personali e nel rifiuto intransigente di ogni piaggeria o servilismo.

Le sue parabole erano quelle di un “medico da vicinato”, al costante servizio delle masse popolari: “Io non sono pacifista, sono contro la guerra”; “La guerra piace solo a chi non la conosce”.

Era il 15 maggio 1994 quando il chirurgo di guerra Gino Strada e sua moglie, l’insegnante e attivista Teresa Sarti, organizzarono una cena con una ristretta comitiva di amici per gettare le basi di “Un’idea un po’ folle”. (Rolling Stone Italia)

La notizia riportata su altri media

L'idea è partita da Alessandro Lanzani, medico di `Tamponi sospesi´, che l'ha promossa sul suo profilo Facebook: «Come mi piacerebbe che in questo momento di dolore il Comune a Milano con procedura di urgenza assoluta decretasse prima dei funerali di Gino di intestargli una strada o una piazza per accoglierlo degnamente». (AGI - Agenzia Italia)

L’Afghanistan dei “pappagalli verdi” è lontano dall’orizzonte eppure vicino: gli amici che da Kabul scrivono le condoglianze per la morte dell’uomo a cui devono l’uscita indenni da tante battaglie combattono in queste ore da soli l’ultima e la più buia delle sfide, sono «still alive», dicono (La Stampa)

Gino Strada non era una figura ecumenica, non era diplomatico - come sarebbe potuto esserlo, dopo aver visto quasi più corpi smembrati che interi in vita sua? (Esquire Italia)

Milano, 15 agosto 2021 - "Mi dicono che stanno arrivando molte donazioni e tantissimi messaggi di persone che vogliono sostenerci ricordando Gino Strada, questo è un modo che a lui farà piacere, ovunque sia". (Il Giorno)

La Spezia - “L'esperienza condivisa con Gino Strada è stata fondamentale per la mia preparazione professionale che dell'apertura culturale”. Il fatto che la sanità sia un'azienda fa già capire molte cose perché come tale deve fare profitto e avere bilanci in pari. (Città della Spezia)

Con la mamma chiamavamo Emergency “il mio fratello più piccolo”. Il primo commento di Cecilia Strada, dopo la morte del padre, è stato questo. (L'HuffPost)