Quarant'anni di Lega. Festa e torta ma senza Bossi. Salvini: "Gli siamo grati lo stesso"

QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

È festa e solo festa deve essere. Né risposte da dare, né polemiche da attizzare. La Lega festeggia a Varese i quarant’anni di vita (era nata, all’epoca, come Lega autonomista lombarda) nel segno della pacificazione interna. Anche se il giorno prima è venuto da Gemonio l’affondo-rimprovero del patriarca fondatore: serve una nuova leadership dopo che la Lega per Salvini premier ha deragliato e smarrito gli ideali originari. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altre fonti

Matteo Salvini celebra la festa dei 40 anni della Lega ed evita di polemizzare con il fondatore. Ma è chiaro che questa non è una fase facile per il Carroccio e per il suo leader. (ilmessaggero.it)

È una singolare coincidenza temporale che i droni e missili iraniani su Israele in risposta all’attacco alla sede diplomatica a Damasco si affianchino alle parole di Bossi, che muove contro Salvini e rilancia Autonomia e questione settentrionale. (La Repubblica)

La Lega si ritrova sui sassi di piazza del Podestà dove tutto cominciò nel 1984. Le finestre della storica sede del Garibaldino sono spalancate e belle ragazze salutano i militanti che consumano il risotto servito a temperature tropicali. (ilGiornale.it)

«Bossi non ha insultato nessuno, ci vuole rispetto». A parlare è Roberto Castelli, che a 40 anni dalla nascita della Lega apostrofa gli attuali dirigenti come «ragazzetti senza arte né parte che senza Salvini non saprebbero dove andare» e ne ha anche per l’Autonomia. (Il Dubbio)

Anche i leghisti nel loro piccolo s'arrabbiano (con Salvini) I primi quarant’anni della Lega, la Lega che fu di Umberto Bossi e oggi è di Matteo Salvini, coincidono con l’apice della crisi della sua leadership. (LA NAZIONE)

“Noi siamo nati come figli leciti di Umberto Bossi, siamo nati per l’autonomia e per il federalismo, siamo l’unica forza politica (da statuto) rimasta a rappresentare le vere istanze dei lombardi, di chi vive in Lombardia e del nord produttivo, siamo noi i portatori della questione settentrionale. (Il Saronno)