Mercato auto marzo 2020: crollo netto delle immatricolazioni, effetto del lockdown

Autoappassionati.it ECONOMIA

Il lockdown, così è stato definita la serrata a una moltitudine di attività non ritenute essenziali, ha condannato il mercato auto di marzo a perdere l’85,6% delle immatricolazioni, comparando i dati del primo mese di sospensione delle attività per molte concessionari al dato relativo a marzo 2019.

Quali le previsioni per il mercato auto nel 2020?

In numeri, meno di 28.057 auto immatricolate nel mese di marzo contro le 194.273 di un anno fa (dati UNRAE). (Autoappassionati.it)

Su altre fonti

per un totale di 62.668 veicoli. E se il dato sembra un pochino più ottimistico rispetto a quello italiano, la motivazione farà cessare ogni barlume di speranza: in Francia l’epidemia è arrivata due settimane dopo rispetto all’Italia, insistendo dunque un po’ meno sul mese di marzo. (StartupItalia.eu)

Oggi alle 18 il Ministero dei Trasporti diffonderà i dati aggiornati. Il mercato dell’auto ha subito in Italia un calo del 90 per cento nel mese di marzo. Coronavirus, Ferrari pronta a produrre componenti per respiratori a Maranello. (Yahoo Finanza)

Aiuti anche dalle Case. Federauto riconosce come sia prematuro parlare ora di futuri provvedimenti per il rilancio del mercato, mentre ora “è prioritario concentrarsi sui mezzi necessari a salvare il maggior numero di concessionarie”. (l'Automobile - ACI)

Come previsto crolla il mercato auto a marzo: -85,4%. La crisi di liquidità vede anche molto difficile poter utilizzare lo strumento della auto-immatricolazioni (km 0) per mantenere nel breve il mercato su livelli “accettabili”. (La Gazzetta dello Sport)

Per questa terza fascia è stata proposta l’adozione di incentivi nella misura da 2.000 euro in caso di rottamazione e di 1.000 euro senza. L’UNRAE, per fronteggiare questa emergenza, ha proposto una serie di incentivi da mettere in campo subito per rimodulare l’attuale offerta di ecobonus . (Newstreet)

Questo in attesa che anche l’Europa si renda conto che non può lavarsi le mani di un problema che coinvolge tutti e non solo l’Italia. Tre miliardi valgono due anni (forse uno e mezzo) di emergenza assoluta. (Tuttosport)