Pd, meno posti per essere eletti Il malumore per le concessioni agli alleati

Corriere della Sera INTERNO

il fatto che il Pd avesse deciso di concedere al nuovo alleato un congruo numero di posti in Parlamento.

Il che, tradotto in soldoni, significa che ci saranno meno posti a tavola per i candidati espressi dalle correnti dem.

D’altra parte anche al resto del Pd non è che facesse troppo piacere regalare altri posti ai verdi e alla sinistra.

Con «occhi di tigre» perché il segretario dem punta con determinazione a fermare il centrodestra, ma anche con la pazienza di Giobbe

Poi, siccome il segretario Pd ha fatto della pazienza la sua cifra ha cercato subito di ricucire. (Corriere della Sera)

Su altre fonti

Pistoia, invece, ha la certezza di rivedere in Parlamento la senatrice uscente del Pd Caterina Bini, a cui toccherà un’ottima posizione in uno dei listini del proporzionale. Il collegio Prato, Pistoia e Mugello della Camera è considerato conquistabile, anche se non ottimo, e potrebbe essere messo sul tavolo della nuova alleanza. (LA NAZIONE)

Sempre più stretti gli spazi per un candidato pratese del centrosinistra con reali possibilità di elezione. Lo stesso rapporto 70-30 varrà anche all’interno delle diverse fasce di collegi, cioè buoni, incerti e di certa sconfitta. (LA NAZIONE)

Pare che al momento abbia accettato di prendere questo posto e correre con il simbolo del Pd, Luigi Di Maio. All’indomani dell’intesa tra Pd e Azione, i due leader sono alle prese con molti nodi da sciogliere. (Il Fatto Quotidiano)

C’è poi la (quasi) certezza di qualche posto riservato agli alleati e la possibilità dell’arrivo di qualche big nazionale. «C’è grande soddisfazione perché il Pd ha seguito l’Agenda Draghi e approvato tutte le questioni che avevamo sollevato», gongola il responsabile bolognese, Marco Lombardo (Corriere)

Così come candidati per una posizione tranquilla, magari come capolista, sarebbero anche Maurizio Lupi e il suo fedelissimo Andrea Costa E nel proporzionale dovrebbero trovare un seggio sicuro due dei pochi dirigenti pentastellati sopravvissuti all’epurazione del doppio mandato: Stefano Patuanelli e Chiara Appendino. (StatoQuotidiano.it)