David di Donatello, la polemica: scenografie e costumi snobbati

Il David di Donatello è uno dei premi, anche esteticamente, più belli del cinema tutto, se andiamo a guardare gli altri riconoscimenti, ce ne sono pochi che in una bacheca fanno miglior figura. A volte, però, mi convinco che al posto della minuziosa riproduzione della statua in bronzo realizzata dal Donatello all’incirca nel 1440 (i cui 158 cm vengono ridotti con maestria a poco meno di 22 dagli artigiani Marco Fossi e Claudio Berti), dovremmo trovare il coraggio di consegnare ai campioni del nostro cinema un bel Tafazzi d’Oro. (The Hollywood Reporter Roma)

Ne parlano anche altri media

Rassegniamoci, i David di Donatello saranno i nostri premi cinematografici più prestigiosi, ma per la loro cerimonia di consegna dobbiamo fare i conti con una copia maldestra della notte degli Oscar. Una premiazione che Carlo Conti ha cercato di rendere inutilmente smart, anche bloccando Alessia Marcuzzi in versione madrina di battesimo, ma che resterà indelebile per le scelte inadeguate, a cominciare da Fabrizio Biggio . (Gazzetta del Sud)

Alberto Piccinini: Devo essere sincero, ho un ricordo confuso del momento in cui Sergio Ballo, il costumista di Bellocchio premiato per Rapito, ha fatto la pazza ai David l’altra sera. Un po’ perché li avevano messi sulla scala come Wanda Osiris – diceva lui – un po’ perché c’era una statuetta sola per due premiati, da pezzenti, un po’ perché il sionismo e l’antisemitismo eccetera. (Rolling Stone Italia)

Dopo due giorni dalla premiazione continuano le polemiche sui David di Donatello, per la gestione della cerimonia dei premi per le categorie cosiddette 'tecniche', ossia: scenografi, arredatori, costumisti, autori della fotografia, montatori, tecnici del suono, effetti visivi, truccatori e acconciatori. (la Repubblica)

Una scelta che ha infastidito non poco il vincitore. A differenza degli altri premi, quello ai migliori costumi è stato assegnato su una scala. (Repubblica TV)

E lo fa grazie alle cinque statuette per il film ’Rapito’ di Marco Bellocchio, il presidente della nostra Cineteca, che nella vicenda di un giovane ebreo di Bologna rapito dalla casa di famiglia dai soldati papali nel 1858, cui fece seguito il suo trasferimento a Roma sotto la custodia di papa Pio IX per esser allevato come cattolico, vide già dal 2020 la storia ideale per un film. (il Resto del Carlino)

– Non è piaciuto e in tanti si sono interrogati sul perché alla cerimonia di consegna dei David di Donatello 2024 le categorie di scenografi, arredatori, costumisti, autori della fotografia, montatori, tecnici del suono, effetti visivi, truccatori e acconciatori siano stati premiati in uno studio “separato”, dove, tra l’altro, gli applausi e il calore del pubblico presente non arrivava. (Agenzia askanews)