Autostrade, ultimo baluardo 5 Stelle: da Ilva alla Tav, le promesse mancate

Corriere della Sera ECONOMIA

«Avevamo fatto due promesse: il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton e che non avrebbero più gestito le autostrade.

«Se lo avesse fatto Alfano...», diversi Cinque Stelle in questi mesi hanno commentato così la vicenda lasciando calare un velo di silenzio sulla vicenda.

Luigi Di Maio poi trovò un accordo con Mittal, ma il dossier è rimasto aperto e la situazione in stallo.

In campagna elettorale promesse di bloccare l’opera in poco tempo, poi una volta a Palazzo Chigi (all’epoca in compagnia della Lega), il cambio di rotta. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre fonti

Ovviamente Aspi, la controllante Atlantia e gli azionisti di riferimento del gruppo, la famiglia Benetton, speravano che la bilancia potesse pendere a loro favore. Il governo, che a sua volta si era opposto al ricorso facendo leva sulla gravità del disastro del Polcevra, confidava invece in una sentenza a suo favore. (La Stampa)

È una decisione di tale importanza che dovrà essere condivisa al di là dei due ministri direttamente competenti. si difende: "Aspi ha realizzato un profondo e radicale cambiamento del suo management e di tutti i suoi processi aziendali. (la Repubblica)

Ebbene, nel settembre dello stesso anno venne varato il decreto Genova, con cui si nominava un commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto, escludendo Aspi. Insomma, viste le indagini in corso per il crollo e le possibili responsabilità di Aspi nella mancata manutenzione del viadotto, era legittimo estromettere l’azienda. (Il Primato Nazionale)

Ponte di Genova e concessione, cruciale il ridimensionamento dei Benetton Al tavolo della trattativa diventa chiave il futuro assetto azionario di Aspi di L.G. Ecco perché ora l’asso chiave da poter giocare per evitare la revoca potrebbe essere un passo indietro sostanziale della holding e dunque dei Benetton. (Il Sole 24 ORE)

Ora c’è da combattere la battaglia più importante», ha aggiunto Crimi in un altro cinguettio. Su questo il Movimento 5 Stelle non arretra di un millimetro». (Ascolta la Notizia)

De Vito conclude con le regole dello Statuto che, fa capire tra le righe, non sono applicate.A partire dalla decisione sulla sua posizione che doveva avvenire entro 90 giorni dalla sospensione. Ultimo aggiornamento: 16:58. (Il Messaggero)