La tomba di Eugenio Montale è salva: resterà al suo posto fino al 2062

Proprio domenica scorsa cadeva il 40esimo anniversario dalla morte del grande poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1975

La tomba resterà al suo posto fino al 2062, 99 anni dal 1963, data della morte della compagna di Montale, Drusilla Tanzi, che riposa accanto a lui".

Il Comune di Firenze ha confermato l'inserimento della sepoltura del grande poeta italiano nel cimitero di San Felice a Ema in una lista di prossime esumazioni per scadenza della concessione era un errore da parte degli uffici cimiteriali. (LA NAZIONE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

«L’assessore Martini - ha dichiarato Draghi - ha confermato che l’inserimento della sepoltura del grande poeta nel cimitero di San Felice a Ema in una lista di prossime esumazioni per scadenza della concessione era un errore da parte degli uffici cimiteriali. (Corriere Fiorentino)

Così, da sempre, vanno le cose nel mondo culturale italiano Fra le altre, ecco due lettere molto indicative del carattere quasi ossequioso del primo e dell'indiscusso potere del secondo. (ilGiornale.it)

Il Comune di Firenze ha voluto ricordarlo con una corona posta sulla tomba del letterato, che riposa insieme alla moglie Drusilla Tanzi. Il poeta e Premio Nobel è sepolto in Toscana, a Firenze, nel cimitero di San Felice a Ema. (LA NAZIONE)

”L’analfabeta musicale”, il testo che racconta l’amore di Montale per la musica lirica. . L’ultimo testo che ti consigliamo per i 40 anni dalla morte di Eugenio Montale non è legato alla poesia Allora, per celebrare i 40 anni dalla morte di Eugenio Montale, non possiamo che rispettare il suo volere. (Il Sole 24 ORE)

Le frasi più belle di Montale vai alla gallery. Rifiutava, quando poteva, di autodefinirsi poeta e proclamarsi piuttosto giornalista, per ironizzare sul suo impegno artistico. (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)

13-15) – lei è Clizia, cioè la giovane studiosa statunitense Irma Brandeis, che Montale incontra nell’estate del 1933 e con la quale intreccia una relazione durata fino al 1938. Nel bestiario montaliano c’è anche un animale poco raffinato come l’anguilla – “viscida, immonda” nel “botro melmoso” in cui lo stesso Montale la ritrae in una delle prose de La farfalla di Dinard (1960) –, alla quale nella raccolta del 1956, La bufera e altro, è dedicata un’intera poesia (Il Fatto Quotidiano)