E' morto il docente filosofo e semiologo Paolo Fabbri, aveva 81 anni, era amico di Umberto Eco

Anche l'Università di Siena piange il filosofo e semilogo di fama internazionale Paolo Fabbri, morto a Rimini all'età di 81 anni.

Studioso molto apprezzato e amato dagli studenti, era molto amico di Umberto eco ed è unanimemente considerato uno dei pionieri della semiotica.

Ha insegnato parecchio anche all'estero, ottenendo sempre attestati di stima e ringraziamenti sia da parte delle strutture universitarie che degli studenti che hanno avuto l'opportunità di formarsi con lui. (Corriere di Siena)

Se ne è parlato anche su altri media

Ai suoi cari le più sentite condoglianze, mie personali e di tutta la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, così come esprimiamo vicinanza all’Università di Bologna e alla città di Rimini”. (RiminiToday)

Dal 2017, è professore onorario presso l'Universidad de Santiago (Cile) e presso l'Universidad de Lima (Perù). Si è spento all'età di 81 anni il celebre semiologo riminese Paolo Fabbri, docente dell'Alma Mater e allievo di Umberto Eco, fratello di Gianni patron del Paradiso. (RiminiToday)

Tornato in Italia era stato accanto ad Eco, passando per l’insegnamento all’ateneo di Firenze e al Dams di Bologna e poi alle cattedre di Palermo, Venezia, Urbino, Roma. La conclusione irreversibile d’una esistenza singolare e la interruzione di un progetto di vita che spetta eventualmente ad altri proseguire”. (L'HuffPost)

Aveva 81 anni. È scomparso Paolo Fabbri, uno dei più importanti profili della storia della semiotica italiana. POTREBBE INTERESSARTI ANCHE > > > Lutto nel wrestling: è morto Grant Berkland, meglio noto come Danny Havoc. (Inews24)

Dopo Umberto Eco, scomparso il 19 febbraio del 2016, la semiotica perde un altro nome importante, sebbene meno noto ai non specialisti: Paolo Fabbri, riminese, è morto a 81 anni. Ha diretto numerose collane editoriali; tra i suoi libri ricordiamo La svolta semiotica (Laterza), L'Efficacia semiotica (Mimesis, 2017); Vedere ad arte. (la Repubblica)

Molti dicevano che era lui la vera intelligenza teorica della semiotica italiana. Rientrò in Italia come dirimpettaio di Eco al Dams, sempre pioniere e sempre «inattuale», come amava definirsi con un po’ di snobismo: Bologna, scrisse, permetteva ancora negli anni Novanta una larga prospettiva sul panorama della ricerca. (Corriere della Sera)