La denuncia della Cgil Puglia: «Viminale ci ha impedito accesso a Cpr Brindisi». Stefanazzi: situazione simile a un carcere

quotidianodipuglia.it INTERNO

"Oggi ci è stato impedito l'ingresso al Centro governativo di permanenza e rimpatrio (Cpr) di Brindisi. Avevamo comunicato tutto in tempo utile ed abbiamo chiesto le autorizzazioni per verificare il rispetto dei diritti umani e civili delle persone che sono trattenute lì per il loro stato di persone irregolari dal punto di vista del permesso di soggiorno e che devono essere espulsi. Ci è arrivata la notizia che ieri il ministro Piantedosi ha comunicato ai prefetti che non potevano entrare le associazioni, ma solo i parlamentari. (quotidianodipuglia.it)

Su altri media

Ha un disturbo psichiatrico pesante. Nonostante ciò, un medico in Lombardia lo ha giudicato idoneo al trattenimento. (il manifesto)

E ancora, spaesamento e incertezza dovuta all’assenza di diritti, compreso quello alla salute, con patologie gravi non trattate e forte disagio psichico. Dalla somministrazione “massiccia” di psicofarmaci ai tentativi di suicidio “minimizzati dagli enti gestori, in gran parte privati, come mere simulazioni”, alle tracce e segni di autolesionismo riscontrati tra i migranti reclusi. (Il Fatto Quotidiano)

Dossier del Tavolo Asilo e Immigrazione su ispezione negli otto Centri di permanenza e rimpatrio «Luoghi di vera a propria “detenzione” in cui le persone sono “detenute” senza aver commesso alcun reato e con l’unico scopo – per lo più irrealizzabile, di fatto e di diritto, e irrealizzato – di essere rimpatriate, mentre non vedono garantiti i diritti previsti per i detenuti nelle carceri italiane». (Nigrizia.it)

Per questo, il Naga, associazione che difende i migranti e garantisce l'assistenza sanitaria anche ai clandestini, con un esposto alla magistratura chiede il s… (La Repubblica)

La visita di “monitoraggio” è stata effettuata in 8 Cpr: Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Macomer (Nuoro), Milano, Roma, Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari, Restinco (Brindisi), Caltanissetta. Centri che sono un inferno. (il Fatto Nisseno)

Fino a un anno e mezzo di detenzione senza avere commesso nessun reato, ma solo un’irregolarità amministrativa. Somministrazione massiccia e sistematica di psicofarmaci. Impossibilità di fatto per i “trattenuti” di far valere i propri diritti, dalla difesa alla salute. (Avvenire)