David di Donatello, Taranto trionfa con 3 stratuette

ROMA – Invasione tarantina nella Capitale: l’ultima edizione del David di Donatello, la 69esima, si è conclusa nel migliore dei modi per il Salento, premiando con tre statuette il dramedy tarantino “Palazzina Laf”. La produzione, che ha segnato anche l’esordio alla regia dell’attore salentino Michele Riondino, è riuscita a dare lustro alla sua terra con dei riconoscimenti di un grande valore, soprattutto mediatico: Riondino stesso ha vinto la statuetta dedicata al miglior attore protagonista, approfittando dell’occasione per parlare su un palco internazionale della difficile situazione in cui versa l’industrializzazione tarantina, riflettendo su come il business cinematografico che le ruota attorno possa, col tempo, diventare una delle tante alternative alla fabbrica. (TeleRama News)

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Michele Riondino per “Palazzina Laf” è il Miglior attore protagonista della 69ma edizione dei David di Donatello. Si impone sugli altri candidati, Valerio Mastandrea per C’è ancora domani, Antonio Albanese per Cento domeniche, Pierfrancesco Favino per Comandante, Josh O’Connor per La chimera e Michele Riondino per Palazzina Laf. (Il Faro online)

ROMA – La città di Taranto protagonista dei David di Donatello. Michele Riondino e Antonio Diodato trionfano: miglior attore protagonista e migliore canzone con “Palazzina Laf”. (TeleRama News)

“Quest'anno Taranto è stata presente ai David con tanti film girati in città e anche in Puglia. Siamo cresciuti con l'idea che l'acciaieria sia l’unica industria. Grandissimo successo per il film Palazzina Laf alla 69^ edizione dei David di Donatello. (Cronache Tarantine)

Emanuela Fanelli e Elio Germano, migliori attori non protagonisti Premio Speciale per Vincenzo Mollica e Premio alla carriera a Giorgio Moroder. (AGI - Agenzia Italia)

Quel cinema, lo avevamo già sottolineato nell’articolo in cui lanciavamo la cover speciale per i David, che in fondo ha guadagnato l’oblio a Elio Petri (non a caso nel 2017 l’attore e ora regista è stato insignito del Premio Volonté, attore simbolo del cinema petriano, a La Valigia dell’Attore alla Maddalena), guarda caso tra i geni meno ricordati dal nostro cinema, capace com’era di non essere mai compromissorio, di indagare i cittadini al di sopra di ogni sospetto, di guardare nella nostra società – commissari, politici, preti e sì anche proletari che hanno in sé la vittima, il carnefice e il joker impazzito – e spietatamente ritrarre cosa e come eravamo diventati. (The Hollywood Reporter Roma)