La guerra all'ecologia

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L’articolo è stato pubblicato sul n.2/2022 delal rivista bimestrale QualEnergia. Potrebbe interessarti anche:

La guerra, qualsiasi guerra, e questa in particolare, rappresentano un passo indietro drammatico per la conversione ecologica: creano divisioni, inimicizie e aperta ostilità tra coloro che dovrebbero avere interesse a operare insieme per sventare l’acuirsi della crisi climatica e ambientale. (Qualenergia.it)

Ne parlano anche altri giornali

Anche i Paesi dell'Africa settentrionale e le nazioni del Caucaso soffrono per l'urgenza dell'insicurezza delle importazioni di cibo poiché molti erano dipendenti dal grano russo e ucraino e dai mercati mondiali in generale Gli effetti si fanno sentire maggiormente nei Paesi più poveri – molti in Africa e Medio Oriente – che sono tipicamente quelli che dipendono dalle importazioni di cibo. (idealista.it/news)

Ai trader rumeni si sono rivolti per acquistare oltre 707mila tonnellate di frumento l'Egitto (+24,84), ma anche l'Unione Europea (373.492 tonnellate ritirate, +162,34%). L'Italia ha importato quasi 124mila tonnellate di frumento dalla Romania (+719,52% tendenziale) e oltre 215mila tonnellate di mais (+48,63%). (Agronotizie)

Effetti che non restano confinati ai singoli stati, ma si riverberano sulla salute e sull’ambiente anche degli stati confinanti Colonne di fumo nere cariche di pericolosi inquinanti si sollevano fino al cielo, per poi ricadere a terra depositandosi ovunque. (Il Fatto Quotidiano)

Oligopolio fossile russo vs transizione energetica. Questo perché Eni ha un piano industriale totalmente inadeguato ad affrontare la crisi climatica e investe solo marginalmente in rinnovabili (Qualenergia.it)