Nuove accuse per il generale Mario Mori: indagato per le stragi del '93

Il generale Mario Mori, noto per aver catturato Totò Riina, è di nuovo al centro dell'attenzione. Dopo essere stato assolto dall'accusa di aver siglato un accordo con il boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano per porre fine alle stragi, ora è indagato di concorso esterno alla mafia per non aver fatto nulla per impedire gli attentati stragisti di Firenze, Milano e Roma del 1993.

Un eroe sotto processo

Mori, che ha servito lo Stato con dedizione, è stato processato per vent’anni quale autore di una presunta trattativa occulta tra lo Stato e la mafia. Nonostante sia stato assolto dall'accusa di aver partecipato a una presunta trattativa Stato-mafia solo un anno fa, il 27 aprile 2023, la procura di Firenze lo ha nuovamente messo sotto indagine.

Le nuove accuse

Secondo i titolari dell’inchiesta, i pm Luca Turco e Luca Tescaroli, Mori era stato informato, dapprima nell’agosto 1992, del proposito di Cosa nostra di attentare al patrimonio storico, artistico e monumentale della nazione e, in particolare, alla torre di Pisa. Inoltre, un pentito, Angelo Siini, durante un colloquio investigativo intercorso a Carinola il 25 giugno 1993, gli aveva espressamente comunicato che vi sarebbero stati attentati al nord.

Un servitore dello Stato

Nonostante le accuse, Mori rimane un servitore dello Stato. L'uomo che ha catturato Totò Riina e che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia, continua a lottare per la sua innocenza. Nonostante le difficoltà, Mori rimane un simbolo di resistenza e di dedizione al servizio dello Stato.

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