Cambiamenti nel piano nazionale di ripresa e resilienza: ospedali e consultori coinvolti
Il decreto Pnrr, approvato dal Senato con voto di fiducia, introduce diverse misure che riguardano la sanità. Alcune di queste misure modificano parti significative del Piano mirate al rilancio della sanità pubblica, che è scesa molto nelle priorità del governo Meloni dopo la fine dell’emergenza Covid.
Ridistribuzione dei fondi per gli ospedali
Il provvedimento più importante riguarda gli ospedali: l’articolo 1 del decreto sposta 1,2 miliardi di euro destinati a ammodernare le strutture sanitarie dal Pnrr e dal Fondo complementare – il cofinanziamento del Recovery Plan garantito dall’Italia – al fondo generale per l’edilizia ospedaliera. Questo cambio di destinazione dei fondi potrebbe avere un impatto significativo sulle strutture sanitarie del paese.
Opacità e proroga del Pnrr
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il Sacro Graal dell’economia italiana da 194 miliardi di euro, è noto per la sua opacità. Il ministro Giorgetti ha chiesto la proroga oltre il 2026 per l’impossibilità di realizzarlo nei tempi previsti dalla Commissione europea. Tuttavia, il ministro al Pnrr Fitto non condivide questa visione. L'impatto del Piano sull'economia rimane incerto, così come la sua reale applicazione.
Provita nei consultori
Dopo il sì della Camera del 18 aprile, il governo ha ottenuto anche la fiducia del Senato sul decreto legge per il Pnrr. Tra le varie norme contenute nel decreto, una in particolare ha suscitato polemiche: quella che prevede la presenza dei Pro vita nei consultori. Questa disposizione potrebbe avere un impatto significativo sulla fornitura di servizi sanitari nelle strutture di consultazione.