Il mistero dell'auto di Andrea Giambruno: ladri comuni, non servizi segreti

La vicenda dell'auto di Andrea Giambruno, giornalista e ex compagno del premier Giorgia Meloni, ha tenuto banco per diversi mesi. Inizialmente circondato da un alone di mistero e sospetti, l'episodio si è poi rivelato un caso di comune criminalità.

Il tentativo di furto

La storia risale alla notte tra il 30 novembre e il primo dicembre, quando la Porsche di Giambruno era parcheggiata sotto casa di Giorgia Meloni al Torrino. Due individui sono stati sorpresi mentre si aggiravano vicino alla vettura. Nonostante non sia stato ancora identificato il secondo uomo, la vicenda sembra avviarsi verso l'archiviazione.

Coinvolgimento dei servizi segreti?

Inizialmente, la presenza di questi individui ha sollevato sospetti e preoccupazioni, tanto da coinvolgere i vertici dei servizi segreti e innalzare il livello di allerta. Si è ipotizzato un possibile coinvolgimento di ex membri della scorta della presidente del Consiglio.

La verità emerge

Tuttavia, le indagini hanno poi rivelato che non c'è stato alcun complotto. I protagonisti della vicenda non erano altro che dei 'semplici' ladri, interessati a pezzi di ricambio. La procura di Roma dovrebbe formalizzare la richiesta di archiviazione non appena sarà completata l'identificazione del secondo uomo.

La vicenda dell'auto di Andrea Giambruno, inizialmente avvolta in un velo di mistero e sospetti, si è quindi conclusa come un caso di comune criminalità. Un episodio che ha tenuto banco per diversi mesi, coinvolgendo anche i vertici dei servizi segreti, si è rivelato alla fine un tentativo di furto da parte di due ladri comuni.

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