Unicredit si oppone al sequestro russo di 463 milioni di euro

Unicredit, una delle principali banche italiane, è al centro di una controversia legale con la Russia. La banca è stata colpita da un sequestro di 463 milioni di euro in conti correnti e attività, a seguito del mancato rispetto di un contratto che prevedeva la realizzazione di un impianto per il gas nelle vicinanze di San Pietroburgo.

Le opzioni legali di Unicredit

Secondo le informazioni riportate da Milano Finanza, Unicredit, guidata da Andrea Orcel, sta esaminando diverse opzioni legali per opporsi al sequestro. La decisione del tribunale arbitrale di San Pietroburgo e della regione di Leningrado ha colpito conti e proprietà di Unicredit, in una vertenza che si trascina da quasi un anno.

Il tavolo sulla Russia e i risarcimenti

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso il suo sostegno alle aziende italiane che operano in Russia, tra cui Unicredit. Tajani ha dichiarato che il governo italiano farà tutto il possibile per tutelare gli interessi e sostenere queste aziende. Inoltre, ha rivelato che si sta valutando come poter far avere risarcimenti alle imprese colpite dalle contro sanzioni della Russia.

La riunione del tavolo permanente di lavoro

Recentemente si è svolta la terza riunione del "Tavolo Russia", un organismo istituito dal vicepresidente del Consiglio italiano. Durante l'incontro, è stato esaminato in particolare il caso Unicredit, oggetto della recente decisione del tribunale russo che ha disposto il sequestro di conti e beni per circa 463 milioni di euro facenti capo alla controllata del gruppo bancario italiano nel Paese.

La situazione tra Unicredit e la Russia rimane tesa. Mentre la banca italiana cerca di opporsi al sequestro dei suoi asset, il governo italiano sta lavorando per trovare una soluzione e offrire un possibile risarcimento alle aziende colpite dalle sanzioni russe. La questione rimane aperta e sarà interessante vedere come si svilupperà nei prossimi mesi.

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