Assoluzione delle ONG nel caso Iuventa, un verdetto per la vita

Il processo Iuventa, che ha coinvolto le organizzazioni non governative Medici senza frontiere e Save the Children, si è concluso con l'assoluzione dei membri degli equipaggi della nave impegnata in operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Gli imputati, che rischiavano fino a 20 anni di reclusione per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sono stati prosciolti dal giudice di Trapani.

Un verdetto atteso

Dopo sette anni di indagini, la giustizia ha finalmente pronunciato un verdetto chiaro: salvare vite in mare non costituisce reato. Il Giudice per l'Udienza preliminare del Tribunale di Trapani ha disposto il non luogo a procedere per il caso riguardante una missione umanitaria.

Il caso Iuventa

Tutti gli imputati del processo Iuventa, che coinvolgeva l'equipaggio della nave dell'ONG Jugend Rettet, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sono stati prosciolti. La nave Iuventa, rimasta in sequestro per sette anni, ha costato allo Stato italiano 3 milioni di euro.

La leggenda dei taxi del mare

La teoria dei cosiddetti "taxi del mare" è stata smentita. Questa era una vera e propria invenzione, orchestrata da ex agenti infiltrati sulla nave in cerca di un posto al sole nella Lega e in Fratelli d’Italia, che hanno poi fatto un passo indietro, ammettendo che l’unico interesse delle ONG era quello di salvare vite.

La vicenda della nave Iuventa si chiude, quindi, con un verdetto che ribadisce un principio fondamentale: salvare vite in mare non è reato, ma un dovere umanitario. Un messaggio forte e chiaro, che speriamo possa contribuire a cambiare la narrativa attorno al ruolo delle ONG nel Mediterraneo.

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