La crisi delle concessioni balneari in Calabria e l'intervento del governo Meloni

La situazione delle concessioni balneari in Calabria è in una fase critica, con una stagione estiva da salvare. I titolari delle concessioni demaniali sono consapevoli del rischio: in gioco ci sono milioni di euro e migliaia di posti di lavoro. Su 614 km di spiagge, il totale delle concessioni di demanio marittimo è 4.665, di cui 1.677 per stabilimenti balneari.

Il contesto

Tra la Commissione Europea, la direttiva Bolkestein, il Governo nazionale, la Regione, i Comuni, il Tar, il Consiglio di Stato e altri attori, la questione delle concessioni balneari è diventata un vero e proprio caos. Da un lato, ci sono le elezioni europee in arrivo e l'inizio della stagione balneare dopo settimane di maltempo. Dall'altro, c'è la procedura di infrazione per mancato rispetto della direttiva Bolkestein.

Il ruolo del governo

Il governo Meloni si trova stretto tra due fuochi e deve decidere come muoversi. Da una parte, i concessionari sono stanchi dell'incertezza sul futuro e delle sentenze contrastanti sulla messa a gara. Dall'altra, le Regioni chiedono una norma al più presto, per mettere fine al balletto sulla presunta "abbondanza" della risorsa naturale rappresentata dalle spiagge.

La risposta del governo

In risposta a questa situazione, il governo Meloni ha accelerato i tempi per trovare una soluzione. Si terrà oggi, presso la presidenza del consiglio, un nuovo appuntamento del tavolo tecnico interministeriale sul demanio marittimo. Inizialmente prevista per il 12 giugno, la riunione è stata anticipata a seguito degli annunci delle associazioni di categoria sulle nuove iniziative di protesta. Questo è un segnale positivo che il governo sta prendendo sul serio la questione e sta lavorando per trovare una soluzione.

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