Il ritorno del Redditometro 4.0: una questione politica e fiscale

Il ritorno del Redditometro, uno strumento di accertamento induttivo non amato dagli italiani, ha causato un certo scompiglio nel panorama politico italiano. Questo strumento, congelato dal 2018 per una lunga manutenzione, è tornato arricchito dai miliardi di dati dell'e-fattura, più consapevole e più selettivo.

Il dibattito politico

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, si è ritrovata a dover gestire una frattura all'interno della maggioranza, causata da una scelta che porta la firma del suo stesso partito. Il provvedimento, disconosciuto da tutti i partiti della maggioranza di governo, ha dominato il dibattito politico, comparso nel decreto ministeriale del 7 maggio firmato dal viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

Il nuovo Redditometro 4.0

Il Redditometro 4.0 non disdegna di guardare al concordato preventivo biennale con il quale potrà giocare un ruolo di spinta all’adesione e alla regolarizzazione. Aleggia nell'aria il fantasma del ritorno del redditometro come strumento di accertamento in maniera induttiva del reddito dei contribuenti.

Le conseguenze politiche

La questione ha creato un pasticcio che sarebbe stato sanato senza troppo rumore se non fosse avvenuto a due settimane dal voto. Ora, Meloni si ritrova, per l’ennesima volta in pochi giorni, a dover ricucire una frattura all’interno della maggioranza. La questione del Redditometro 4.0 rimane quindi aperta, con tutte le sue implicazioni politiche e fiscali.

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