Non ci si attendeva però certo che nel giro di poche ore la rete DarkSide fosse affossata e sulla vicenda restano ora parecchi dubbi. In questo caso (i fatti risalgono al 4 maggio scorso) il gruppo ha spiegato che non avrebbe pagato alcunché e di non aver mai neppure risposto alle richieste provenienti dai cracker russi La questione si è sgonfiata così nel giro di pochi giorni, evitando danni più gravi, ma era del tutto chiaro il fatto che ci sarebbero stati strascichi.
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Spesso queste minacce sfruttano la convergenza dei sistemi IT e OT, prendendo di mira prima l’IT per poi passare all’OT. AI ad auto-apprendimento per proteggere le infrastrutture critiche. Alla fine di aprile, l’amministrazione Biden ha annunciato un impegno forte e ambizioso per “salvaguardare le infrastrutture critiche degli Stati Uniti dalle minacce persistenti e sofisticate”. Rilevare la minaccia prima che possa interrompere l’infrastruttura critica.
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Una volta ricevuto il pagamento, gli attaccanti hanno fornito alla società americana uno strumento di decriptaggio che ha ripristinato la piena funzionalità della rete di computer. Il pagamento, specifica Bloomberg, sarebbe stato fatto in criptovalute per garantire la non tracciabilità delle somme. olonial Pipeline avrebbe pagato un riscatto di 5 milioni di dollari agli autori dell'attacco ramsonware dello scorso 8 maggio.
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Venerdì scorso hanno inserito un ransomware nella rete informatica di Colonial Pipeline, mandando in tilt i loro sistemi. Per cercare di contenere l’attacco, si è così scelto di bloccare la produzione dell’intero oleodotto, provocando così disagi in tutta la parte orientale degli Stati Uniti. Secondo quanto riferito da una fonte vicina alla società, i funzionari del governo degli Stati Uniti sarebbero a conoscenza del pagamento del riscatto da parte di Colonial.
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Modernizzare e implementare standard di cybersecurity più forti nel governo federale. Dobbiamo usare il potere d’acquisto del governo federale per guidare il mercato a costruire la sicurezza in tutti i software da zero. L’ordine esecutivo USA per la cyber security Ecco i punti principali dell’ordine esecutivo firmato dalla Casa Bianca (Joe Biden) il 14 maggio dopo l’incidente Colonial Pipeline. Digital event, 15 giugno CyberSecurity360Summit: cyber risk, normative e…
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Danni limitati, invece, in Kentucky (3%), Mississippi (6%), West Virginia (6%) e New Jersey (1%). Le infrastrutture energetiche degli Stati Uniti si sono improvvisamente scoperte fragili, vecchie e vulnerabili. In molti centri della suddetta costa orientale inizia a mancare la benzina, una risorsa energetica fondamentale per lo svolgimento delle attività basilari. Non a caso, negli Stati Uniti hanno subito sorte simile circa 2.400 entità, tra banche, ospedali e università.
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“Colonial Pipeline ha avviato il riavvio delle operazioni di pipeline oggi intorno alle 17:00 ET. L’attacco ha avuto conseguenze molto superiori a quelle previste dai suoi autori (il gruppo di hacker DarkSide che ha ammesso di aver creato molto più scompiglio del voluto) e ha costretto l’amministrazione Biden a dichiarare uno stato di emergenza regionale per evitare che gran parte degli Stati Uniti Orientali restassero privi di benzina e gasolio Alcuni mercati serviti…
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Il ransomware è un tipo di malware che blocca i file di una vittima, che gli aggressori promettono di sbloccare dietro pagamento. a società che opera la Colonial pipeline, il più grande oleodotto Usa, ha pagato un riscatto di quasi 5 milioni di dollari agli hacker di origine russa autori del cyber attacco che ha costretto la compagnia a chiudere l'infrastruttura. Una notizia che contrasta con quelle dei giorni scorsi secondo cui la società non aveva alcuna…
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La società che opera la Colonial pipeline, il più grande oleodotto Usa, ha pagato un riscatto di quasi 5 milioni di dollari agli hacker di origine russa autori del cyber attacco che ha costretto la compagnia a chiudere l’infrastruttura. Secondo Bloomberg “lo strumento era così lento che la società ha continuato a utilizzare i propri backup per aiutare a ripristinare il sistema”. Secondo il giornale la società avrebbe pagato il riscatto in criptovalute non rintracciabili a poche ore dall’attacco.
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La ripresa dei flussi sull'intera rete Colonial, avviata mercoledì 12, è solo «l'inizio della fine della crisi», come dice Michael Tran, analista di RBC Capital Markets E in ogni caso la situazione non è ancora del tutto risolta: ci vorrà ancora qualche giorno per superare le difficoltà di distribuzione dei carburanti, che tuttora provocano gravi carenze in diverse aree del Paese. 3' di lettura. Il maggiore oleodotto degli Stati Uniti ha ripreso a funzionare dopo sei giorni di blocco…
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Contrariamente alle indiscrezione delle ultime ore Colonial pipeline, il gestore dell’oleodotto statunitense bloccato da un attacco informatico da venerdì scorso getta la spugna. Pagherà 5 milioni di dollari in monete digitali come riscatto per “liberare” i suoi sistemi informatici e ripristinare le forniture di benzina e gasolio verso l’area Nord Est del paese. Colonial pipeline avrebbe comunque un’assicurazione contro i cyber attacchi stipulata con Axa.
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Una notizia che contrasta con quelle dei giorni scorsi secondo cui la società non aveva alcuna intenzione di pagare per ripristinare l'operatività della pipeline. Ma gli strumenti erano così lenti che Colonial Pipeline ha continuato ad usare i suoi backup per ripristinare il sistema Una volta ricevuto il denaro, gli hacker hanno fornito alla società gli strumenti informatici per ripristinare il network dei suoi computer.
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